“Tra i principi fondamentali è stato inserito il diritto all’ambiente nell’interesse delle future generazioni. L’8 febbraio scorso la Camera ha approvato, definitivamente, la variazione dell’articolo 9 e dell’articolo 4, mentre è stato rimarcato che secondo l’articolo 41 ‘l’iniziativa economica privata non può svolgersi in danno alla salute e all’ambiente’. Alla luce di queste novità – prosegue Cerretano – vi chiediamo di porre maggiore tutela all’ambiente tartufigeno, attraverso controlli mirati e volti a evitare la raccolta fuori periodo e in particolare con mezzi distruttivi quale la zappa. Inoltre, sempre nel rispetto del patrimonio Unesco e dei nuovi diritti costituzionali vi preghiamo di tenere maggiormente da conto il diritto alla libera ricerca. Libera cerca intesa in primis come diritto di avere territori liberi su cui andare a tartufi in misura molto maggiore ai terreni di cui è riservata la raccolta (tartufaie controllate).
“Ovviamente, parliamo di terreni non coltivati, perché le coltivazioni tartufigene, nel senso agrario del termine, esulano dal discorso ‘libera cerca’. Chiediamo norme, di gestione del territorio, che agevolino l’affidamento dei terreni, ove il tartufo nasce spontaneo, alle associazioni che manutengano il territorio al fine di mantenere inalterato, o possano migliorare, l’ecosistema tartufigeno, senza che, ovviamente, l’associazione possa riservarsi la raccolta del tartufo”, ha concluso il Presidente FNATI.