E se a finire sotto quell’auto fosse stato nostro figlio?
Oggi sono uscito a passeggio con mio figlio di 12 anni. Abbiamo attraversato diverse volte, sulle strisce pedonali, le strade di Giulianova, al Lido e al Paese e, mai, sottolineo mai, gli automobilisti che sopraggiungevano ci hanno dato la precedenza. In un paio di casi ci siamo dovuti fermare in mezzo alla strada, perché chi guidava l’auto che ci ha sfiorato non ha neanche rallentato.
Eppure eravamo ben visibili, avevamo attraversato mentre gli automobilisti erano ancora lontani e non potevano non vederci.
Eppure l’art. 191 comma 1 del Codice della Strada, di recente modificato, dispone che “Quando il traffico non è regolato da agenti o da semafori, i conducenti devono dare la precedenza, rallentando gradualmente e fermandosi, ai pedoni che transitano sugli attraversamenti pedonali o si trovano nelle loro immediate prossimità”. Quindi l’automobilista DEVE, ripeto DEVE, dare la precedenza al pedone, anche se non ha iniziato l’attraversamento ma si trova nelle immediate prossimità del passaggio pedonale.
Ma, in fondo, a chi guida l’auto che importa dei pedoni, o dei ciclisti. Intralciano, rubano spazio, rallentano la corsa verso non si sa dove… insomma è meglio che non esistano. E qualcuno lo scrive pure sui social: “investiamoli tutti!!!; facciamoli fuori!!!!”, perché di un nemico abbiamo bisogno tutti, e se il caro carburante avanza, se il traffico aumenta sempre più, la colpa è delle piste ciclabili, dei ciclisti, dei pedoni, dell’amministrazione che sottrae parcheggi per creare una piazza.
Poi arriva la notizia che, in pieno giorno, in un centro urbano, nonna e nipote di pochi mesi vengono investiti sulle strisce pedonali da uno che, probabilmente, viste le condizioni dell’auto e del passeggino (ma saranno le indagini a stabilirlo) andava pure forte. E tutti a commuoversi… ma non troppo, perché ci si immedesima sempre con l’investitore, mai con l’investito, dovesse capitare un giorno anche a noi.
Ma sì, in fondo, chi non ha mai infranto le regole del codice della strada; “bruciato” il giallo; ignorato le strisce pedonali o fatto “il pelo” ad un ciclista? E poi, questi pedoni, che si buttano sulle strisce, di sorpresa, senza darti il tempo di frenare, o pretendono di camminare al lato della carreggiata se non ci sono i marciapiedi. Per non parlare dei ciclisti, che non hanno niente da fare e intralciano le strade, viaggiando in gruppo e rallentando la gente che deve andare a lavorare. E questi Comuni, che invece di allargare le strade e fare nuovi parcheggi gratuiti, pensano ad aree verdi, piazze, zone pedonali, piste ciclabili… non si rendono conto che abbiamo bisogno di sempre più spazio per lasciare le nostre auto ore e ore ferme ad aspettarci o per spostarci di qualche centinaia di metri, magari da casa alla palestra.
Poi, magari, arriva la telefonata, che ti avvisa che tuo figlio, mentre andava al parco con la nonna, in una bella giornata di sole, è stato investito e rischia la vita. Potrebbe capitare ad ognuno di noi, come potrebbe capitarci di essere dall’altra parte, alla guida di quell’auto che non si è fermata quando doveva farlo, che non ha rallentato quando sarebbe stato necessario farlo.
Pensateci… pensiamoci.
Raffaele Di Marcello