TERAMO – Nessun dubbio sul fatto che il giovane imprenditore romano Alessandro Di Paolo ed il presidente del Città di Teramo si siano incontrati in città: “Sì ci siamo visti eh ho conosciuto una persona piacevole e che ama il calcio“, ci conferma Filippo Di Antonio, che aggiunge: “Noi siamo sempre disponibili ad ascoltare tutti ma, così come vale per la squadra, siamo già competitivi e dobbiamo solo migliorarci e non stravolgere tutto“.
Non va oltre, per la verità, ma che la sua idea originaria sia cambiata rispetto a quella teramanità che deve e che dovrà contraddistinguere il cammino della società biancorossa nel prossimo futuro, non ci sentiamo di asserirlo: ha sempre parlato di “…almeno 4 o 5 anni per lasciare qualcosa di concreto ai posteri“.
Di Antonio se una caratteristica ce l’ha, è proprio quella di perseguire un fine passando per il suo credo, non condizionabile: posso affermarlo con certezza assoluta, avendo con lui condiviso un breve percorso televisivo da una posizione diversa, che nella sostanza ha dato ragione alla sua.
Certo, il calcio è altra cosa: puoi fare benissimo una stagione, puoi ripeterti e fare ancora di più nella seconda ma quando meno te lo aspetti, puoi toppare clamorosamente. E’ lì che vien fuori l’altra faccia del pallone, quella che dimentica in un batter baleno tutto il ben fatto precedentemente. E’ successo sempre ed ovunque e succederà di nuovo; anche da queste parti è stato così in passato (da Cerulli a Malavolta, da Campitelli agli ultimi due presidenti del Teramo Calcio Srl).
Altro aspetto che potrebbe avere una particolare valenza? Proprio nella giornata di ieri il Presidente, in un’intervista a Serie D 24.com, parlava della prossima stagione (quindi dopo l’incontro con Di Paolo) e del duo D’Ercole–Pomante, dichiarando che “…in questo momento la riconferma di staff tecnico e dirigenziale, da parte nostra, è molto probabile. Inizieremo però a pensarci durante la sosta di metà marzo“.
In conclusione, dalla riunione societaria di lunedì sera pare proprio che ci siano altri imprenditori del teramano che gradirebbero far parte dell’attuale gruppo, magari modificabile.