Le origini di Lanciano affondano nel mito. La tradizione vuole che sia stata fondata nel 1179 a.C. da Solima, profugo troiano approdato sulla costa insieme ad Enea, un anno dopo la distruzione della stessa Troia nel 1180 a.C. Citata più volte dagli storici romani , fu capitale del nobile popolo frentano . In questa città di grande storia e tradizione , con un protocollo d’intesa tra Regione, Comune e Università di Teramo è stato attivato un corso di laurea in Diritto dell’Ambiente ed Energia riaffermare l’unicità di UniTe su Pescara e Chieti.
Protagonista dell’accordo è stato l’assessore all’Istruzione ed alla Formazione Pietro Quaresimale che si è impegnato a trovare i fondi necessari (1 milione e cinquecentomila euro) nel Bilancio di previsione 2023-2025 del Consiglio Regionale e dalla Legge di Stabilità regionale, che prevede che le somme saranno trasferite all’Università degli studi di Teramo sotto forma di contributo annuo. “per creare un corso di laurea innovativo, che si occupi di temi da cui dipenderà il nostro futuro e quello dei nostri figli con l’obiettivo di sviluppare e garantire un equilibrato sviluppo sostenibile del nostro territorio”. Secondo l’Assessore Quaresimale “l’iniziativa rientra nell’ottica della transizione ecologica e degli obiettivi strategici che la Regione è chiamata a raggiungere entro il 2030 come, ad esempio, la riduzione del 55% di anidride carbonica “. E questo in un momento delicato, proprio mentre si amplia l’offerta formativa della Università D’Annunzio con l’attivazioni di nuovi corsi destinati.
Al di là dei colori politici contrapposti, il sindaco teatino di centrosinistra Diego Ferrara e il collega pescarese di centrodestra Carlo Masci ora affidano a una nota congiunta parole di netta censura nei riguardi della nuova iniziativa . Una levata di scudi fra campanili a cui segue anche il rettore della d’Annunzio Sergio Caputi che ha votato in maniera contraria al nuovo corso di studio dell’università teramana all’interno della riunione dei rettori delle università abruzzesi.
Questi signori dimenticano che a facoltà di Giurisprudenza di Teramo è un patrimonio abruzzese da valorizzare e che la scelta del corso attivato a Lanciano va letta come normale articolazione di una facoltà che, per il settore giuridico, è un riferimento nella regione e si inserisce in un’ottica di potenziamento dell’offerta formativa e di riordino della rete universitaria abruzzese, dove Teramo – in linea con la sua storia – è città del diritto. Dimenticano che il corso Segi della D’Annunzio è generalista, come emerge chiaramente dalla denominazione e dagli obiettivi formativi dichiarati è, invece il corso di Lanciano è specializzato, pur essendo un corso universitario di primo livello, per cui sarà scelto da chi punta fin da subito a una formazione più specifica. È dunque un ulteriore strumento formativo a disposizione del territorio, non una duplicazione. Che dire. Se tutti i politici locali , nel tempo, si fossero battuti come l’Assessore Quaresimale per il nostro territorio invece di fare chiacchiere a vuoto certamente la nostra Città e Provincia starebbero sicuramente meglio.