Viviamo un periodo storico confuso in cui la memoria è sommersa, soffocata da un continuo brusio di fondo che prende forma definita in una domanda ricorrente, una domanda appesantita da un sottotesto di ostilità e sospetto nei confronti delle vittime della shoah. Eppure il ricordo della Shoah riguarda ciò che è avvenuto alla metà del secolo scorso nel cuore dell’Europa. Riguarda l’abisso nel quale è sprofondata l’umanità. Riguarda la facilità di manipolazione delle masse. Riguarda la perdita della coscienza individuale nell’ubriacatura collettiva. Riguarda la distinzione tra il Bene e il Male. Riguarda tutti, in ogni luogo e in ogni epoca.
Bene ha fatto la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Pineto, la Prof. Sabrina Del Gaone, a scegliere di proiettare nella sua scuola per la Giornata della memoria di giovedi 27 gennaio il film “La vita è bella”.
Come dimenticarselo quel momento in cui alla cerimonia degli Academy Awards del 1999 Sophia Loren annuncia al mondo che il vincitore della categoria Miglior Film Straniero era l’italianissimo La vita è bella, con Roberto Benigni. Roberto Benigni e la sua “straordinaria” pellicola hanno portato a casa ben tre statuette: l’Oscar al Miglior Film Straniero, quello al Miglior Attore Protagonista e quello come Miglior Colonna Sonora. Un vanto, tutto italiano.
La vita è bella racconta l’Italia del 1939. Guido Orefice (Roberto Benigni) è un giovane di origine ebraica, incontra la dolcissima Dora (Nicoletta Braschi) un’insegnante delle elementari: in breve i due si innamorano e decidono di sposarsi, nonostante Dora fosse consapevole del rischio che deriva dal matrimonio con un uomo ebreo. La vita della famiglia si svolge in maniera idilliaca fino al 1944: Guido è riuscito ad aprire una libreria e i tre vivono armoniosamente in una bella casa. Ma un giorno, proprio durante il compleanno del figlio Giosuè, le truppe naziste irrompono in casa Orefice e ordinano alla famiglia di seguirli. La famiglia Orefice sta per essere deportata in un lager. La mamma, Dora, viene presto separata dal figlio e dal marito: quest’ultimo, però, reagisce tempestivamente in modo sorprendente, per far sì di tenere il figlio all’oscuro degli orrori che li attendono. Inventa, quindi, un gioco a premi: Guido racconta e fa credere al figlio di star partecipando a un gioco, durante il quale vengono assegnati dei punti. In questo modo, riesce ad alleggerire al bambino il periodo di permanenza nel campo di concentramento, con una forza d’animo che solo un genitore può mostrare di avere di fronte a una simile tragedia. Un grande capolavoro internazionale con protagonista il tragico evento della Shoah, firmato da un grande attore che ha voluto dedicare la sua arte alla memoria di una delle pagine più cupe della storia umana, se non la peggiore
Già dal titolo veniamo spiazzati: sono diversi, infatti, gli intellettuali e gli scrittori che hanno vissuto in prima persona – come Primo Levi – gli orrori dei lager e che si sono domandati come fosse addirittura possibile parlare di Dio dopo un’esperienza come l’Olocausto. Invece, Roberto Benigni sceglie di dare alla sua opera un titolo che è davvero un inno alla vita: è bella, dice, meravigliosa, fa “sorridere senza un perché” come canta la melodiosa voce di Noa nel pezzoBeautiful That Way che ha dato all’autore Nicola Piovani il meritatissimo Oscar per la Migliore Colonna Sonora.