TERAMO – “Una rete sociale diffusa nel territorio è fatta anche di infrastrutture immateriali, rappresentate dalle relazioni e dal confronto tra associazioni e istituzioni, per questo ringrazio l’assessorato regionale al Sociale, di averci convocati in un incontro che spero possa diventare strutturale, a consolidare una modalità di lavoro fatta di ascolto e sinergia“.
Ad affermarlo è Gino Natoni, vice presidente di Agave – Per un futuro diverso Onlus, che si occupa delle problematiche dei ragazzi con disabilità e delle loro famiglie, operante in Val Vibrata, in provincia di Teramo. Il riferimento di Natoni è all’evento “La Festa del Sociale: bilancio e prospettive future dell’azione della Regione Abruzzo a sostegno dei più fragili”, in programma per il prossimo 27 dicembre, alle ore 17:00, presso la sala conferenze dell’hotel Roses a Roseto degli Abruzzi, voluto e organizzato dall’assessorato al Sociale della Regione Abruzzo, presieduto da Pietro Quaresimale.
La giornata ci consentirà di fare il punto su tutte le politiche sociali messe in campo e quelle che dovranno essere varate, affinate e potenziate – spiega ancora Natoni -. Tutti insieme insomma potremo stabilire un ordine di priorità, e sono convinto che sarà un prezioso momento di confronto per l’Istituzione regionale, a cui è deputato il ruolo di regia e decisione. Ne usciremo sicuramente tutti più arricchiti, e con le idee ancor più chiare“.
L’associazione che rappresento – prosegue Natoni -, potrà raccontare alla Festa del sociale, il progetto Abruzzo senza barriere, sostenuto dalla Regione Abruzzo, un’esperienza che ci vede in prima fila, e che sta ottenendo buoni risultati in termini di sensibilizzazione nell’abbattimento delle barriere, non solo quelle architettoniche, ma anche ambientali, culturali e ideologiche, che impediscono la piena inclusione sociale e lavorativa delle persone diversamente abili“.

Per Natoni infine, una ottima idea sarà quella di aprire la giornata con lo spettacolo “Fuori posto”, e questo perché “…i protagonisti sono proprio ragazzi che hanno avuto un disagio alle spalle e hanno saputo affrontarlo con coraggio e determinazione, grazie all’esistenza di una rete sociale che li ha sopportati e non li ha lasciati soli“.