TERAMO – La Scuola Media Savini tornerà patrimonio del centro storico. Ora è ufficiale . Deliberata infatti in giunta comunale l’approvazione dello studio di fattibilità dell’intervento di miglioramento sismico della Scuola Savini. Lo studio è stato approvato e validato con nulla osta dall’Ufficio speciale per la Ricostruzione. Ad avvallare la scelta dell’amministrazione di ristrutturare il vecchio edificio in via Pascoli anche lo schema di decreto legge recante disposizioni per l’accelerazione delle ricostruzioni nei territori colpiti dal sisma. Nel comma 2 dell’Articolo 2 a modifica dell’articolo 14 della legge del 2016 si dice che .”..gli edifici scolastici se ubicati nei centri storici sono ripristinati o ricostruiti nel medesimo sito, salvo che per ragioni oggettivie non sia possibile“. Per la Savini ora si procederà con un appalto integrato, cioè con una procedura che prevede un bando con progettazione esecutiva per accelerare sui tempi. L’intervento di miglioramento sismico, che usufruisce di un finanziamento ministeriale di 4.414.878 euro, prevede anche la funzionalizzazione energetica ed impiantistica, oltre che la verifica dei requisiti acustici, del rispetto delle norme in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, e l’adeguamento dell’edificio.
Nota Comune di Teramo
La giunta comunale, su proposta dall’assessora Stefania Di Padova, questa mattina ha approvato due delibere di notevole importanza inerenti la ricostruzione scolastica e conseguenzialmente connesse alla rivitalizzazione dei quartieri in cui le strutture interessate insistono. Sono stati infatti approvati gli studi di fattibilità per interventi di miglioramento sismico e ripristino della agibilità sia per la scuola media “Savini” sia per la scuola “De Jacobis”.
Si tratta di deliberazioni di particolare significato, perché dopo anni si interviene su due strutture rimaste inattive, anche in ragione delle scelte definitive ad esse connesse. La Savini, come noto, è situata nel Centro Storico cittadino e vanta una lunga tradizione; non a caso, il plesso scolastico è dichiarato di interesse culturale e il suo basamento ha risultanze di interesse archeologico. Il plesso scolastico della De Jacobis, invece, è stato realizzato nella prima metà degli anni 60 ed è sito nella omonima via nel quartiere Gammarana. Pertanto la decisione sulla futura destinazione delle stesse, ha assunto un notevole valore strategico.
Entrambi gli interventi sono finanziati con le risorse del “Fondo per la ricostruzione delle aree terremotate”; per la Savini con un importo complessivo di € 4.414.878,00, per la De Jacobis di € 2.465.625,00. In entrambi i casi, si è fatto riferimento all’art. 2 del decreto-legge 24 ottobre 2019, n. 123, il quale, in relazione alla ricostruzione degli edifici pubblici, attribuisce la priorità agli edifici scolastici che, “se siti nel centro storico, dovranno essere ricostruiti nel luogo nel quale si trovavano, e che, in ogni caso, la destinazione d’uso dell’area in cui sorgevano non potrà essere modificata”.
La decisione dell’amministrazione assume un duplice significato per i due siti scolastici. Per quando riguarda la Savini, si dà risposta concreta al fenomeno delllo spopolamento e del conseguente impoverimento economico, sociale e culturale che la chiusura della scuola aveva causato nella zona ad essa adiacente e, più in generale, al centro storico della città, drammatica conseguenza degli eventi sismici che hanno colpito il nostro territorio. Si ricorda che la Savini, dal 13 novembre del 2016 era stata spostata presso la scuola “Renato Molinari” sita in piazza Aldo Moro, e con essa le altre scuole del medesimo Istituto Comprensivo, le scuole primaria e dell’infanzia “San Giuseppe”, decretando contestualmente la chiusura a tempo indeterminato degli edifici di origine. Per ciò che attiene la De Jacobis, invece, la scelta si inserisce nel momento di particolare sviluppo del quartiere, soprattutto in considerazione degli interventi di natura urbanistica, viaria, commerciale da cui è già e sarà prossimamente interessato.
L’intervento per la Savini ha un cronoprogramma stimato di 1425 giorni, mentre per la De Jacobis il cronoprogramma stima in 1025 giorni naturali e consecutivi il tempo per il completamento dei lavori.
Il Sindaco Gianguido D’Alberto sottolinea “Il significato strategico della decisione, grazie alla quale si persegue la finalità di arginare ed anzi di invertire il fenomeno dello spopolamento urbano e commerciale conseguente al sisma da un lato e, dall’altro, un ulteriore segnale di sostegno ad un quartiere fortemente interessato da uno sviluppo pieno di prospettive. Ringrazio per il loro lavoro il dirigente ed i funzionari dell’Ufficio Tecncico Comunale i quali, pur in una situazione di oggettiva difficoltà, sono riusciti ancora una volta a garantire il raggiungimento di un obiettivo cui l’amministrazione teneva particolarmente”.