ROCCA SANTA MARIA – Stiamo vivendo momenti terribili e pericolosissimi. La terza guerra mondiale non è mai sembrata così vicina. In questo contesto celebriamo oggi, 25 settembre, l’81esimo anniversario della battaglia di Bosco
Martese. Siamo qui per lanciare un messaggio di concordia e di pace per non dimenticare che il
nazismo e il fascismo rappresentavano la negazione di ogni principio di democrazia e di libertà e
soprattutto per ribadire che l’Italia nata dalla Resistenza e dalla Lotta di Liberazione non fu un regalo
degli inglesi e degli americani, ma il risultato di una lotta di popolo. A questo punto domando: quanti
conoscono il contributo dato da Teramo per sconfiggere il nazifascismo?
Vedete! A Teramo e provincia lo spirito di rivolta non si era mai spento, mai sopito. Gli antifascisti
avevano subito le angherie e i soprusi del regime. Molti avevano conosciuto il carcere e il confino.
Dopo l’8 settembre gli antifascisti organizzarono la Resistenza, che presto divenne lotta di Popolo.
Scelsero una zona impervia, difficile da raggiungere. Al Ceppo accorsero oltre 1600 giovani. Il
comando fu affidato al capitano dei carabinieri Ettore Bianco. Egli era coadiuvato dal tenente
colonnello Guido Taraschi, dal capitano Giovanni Lorenzini (futuro prefetto di Teramo), dal tenente
Gelasio Adamoli, che io ho conosciuto. Egli diventerà sindaco di Genova e senatore della Repubblica.
Le compagnie in assetto di guerra erano state così disposte da Ettore Bianco: gli indipendenti erano
diretti dal valoroso Armando Ammazzalorso, i comunisti erano capeggiati dall’intrepido Felice
Rodomonti, gli azionisti erano comandati dal prode Felice Mariano Franchi, gli stranieri erano
all’ordine del maggiore croato Mathiassevic. Era il 25 settembre 1943. Pensate! Bosco Martese
rappresentò il primo scontro in campo aperto tra l’esercito tedesco e i partigiani. La battaglia fu
cruenta e durò a lungo. I signori della guerra dovettero indietreggiare, dopo aver lasciato sul campo
più di 50 morti. Il loro comandante Hartman, il carnefice dei ragazzi
dell’avamposto partigiano del mulino De Jacobis fu fatto prigioniero e giustiziato. Sulle nostre
montagne è stata scritta una delle pagine più belle della Resistenza Italiana. Erano giovani di diverso
orientamento politico, di diverse nazionalità, di diverso credo religioso, tutti animati dallo stesso
desiderio: la riconquista della democrazia e la libertà.
Noi teramani abbiamo pagato un prezzo altissimo per sconfiggere il nazifascismo. Il 26 settembre
vennero fucilati i carabinieri di Valle Castellana, rei di essersischierati con i partigiani; il 27 settembre
veniva assassinato Mario Capuani, l’artefice di Bosco Martese.
Egli si comportò da eroe e da grande italiano; il 13 dicembre cadeva a Montorio con le armi in pugno
Ercole Vincenzo Orsini, la mente politica della Resistenza; e poi, i martiri di Cartecchio, gli eroi di
Pietralta, i ragazzi della caserma Rossi. L’ultima nefandezza compiuta dai nazisti ormai in fuga.
In questi anni le forze nazionaliste, sovraniste e razziste non hanno mai smesso di operare in Italia,
in Europa e nel mondo.
Fomentano odio, rancore e violenza. Costituiscono una minaccia per la democrazia. Papa Francesco
è intervenuto più volte su questo argomento: “Sono preoccupato perché sento discorsi che
somigliano a quelli che faceva Hitler nel 1933. Cosa diceva? Prima noi, prima i Tedeschi.”
In Italia c’è qualcuno che dice: “Prima noi, prima gli italiani!”
Sono pensieri che fanno paura.
Oggi c’è gente che ha l’ardire e l’improntitudine di voler cancellare la storia. Il tentativo è quello di
voler equiparare Salò e la Resistenza. Per carità, i morti sono tutti uguali e a ciascuno va la pietà
cristiana.
Sia chiaro, però. C’era chi stava dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata.
Chi lottava per riconquistare la democrazia e la libertà e chi invece teneva bordone ai nazifascisti che,
attraverso le persecuzioni, le leggi razziali e i campi di concentramento avevano seminato terrore e
morte non soltanto in Italia, ma in tutta Europa.

Oggi la Resistenza vive nella Costituzione Repubblicana che è la fonte delle leggi alla quale ciascun
cittadino deve uniformare la sua condotta. In essa ci sono le intuizioni di Mazzini, i propositi di
Cavour, le grandi idealità di Cesare Beccaria. “Amate la Costituzione” è stato l’ultimo ammonimento
del presidente Mattarella. Essa non è un pezzo di carta. E’ il tabernacolo che custodisce il sangue e il
sacrificio di migliaia e migliaia di giovani che si immolarono sulle nostre montagne e nelle nostre valli
e riconquistare la libertà.
È a voi giovani che io voglio rivolgermi, prima di concludere.
Quelli della mia generazione, debbono chiedervi scusa perché non hanno accolto le vostre esigenze
e non hanno compreso i vostri linguaggi. Ed oggi vi lasciano un mondo ingiusto e un pianeta che
rischia la catastrofe ambientale.
A voi giovani io lancio un appello. Non date retta ai nazionalisti e ai razzisti. L’Italia ha conosciuto altri
populisti e altri razzisti e fu trascinata dopo 20 anni di dittatura nella tragedia della guerra.
Non date retta a chi con cinismo intende speculare sull’immane tragedia dei migranti, che spesso
provengono da situazioni terribili e disperate.
Non date retta a chi vuole cambiare la Costituzione. Raccogliete il nostro appello, entrate nel
comitato antifascista per la difesa della Costituzione. Venite a darci il vostro contributo, venite a darci
la forza della vostra intelligenza.
Sappiate che l’avvenire vostro, il vostro domani si potrà costruire in una Italia più giusta e
democratica, che non smetta mai di combattere contro la mafia, la camorra e l’ndrangheta, e in
un’Europa che non sia più espressione delle banche e dei poteri forti, ma un’Europa unita e solidale
che sappia interpretare le esigenze, i bisogni e le aspirazioni dei popoli europei.

Sappiatelo!
La libertà è un bene assoluto che non si conquista una volta per tutte, come ammoniva il partigiano
Sandro Pertini.
Ma va difesa ogni giorno contro le insidie e i nemici che sono sempre in agguato.
Viva la democrazia! Viva la libertà! Viva Bosco Martese.

Antonio Franchi