PESCARA – “Il Regolamento CE 1008/2008 sancisce le norme comuni per la prestazione di servizi aerei nella Comunità, affidando ai Ministeri competenti dei singoli Stati la responsabilità di disporre, con proprio Decreto, l’imposizione degli oneri di servizio pubblico sugli scali all’uopo individuati. E’ la norma sulla cosiddetta continuità territoriale, della quale ad oggi godono città come Ancona e Trieste, inserite con la Legge finanziaria del 2022, ma non Pescara. Riteniamo che ci siano tutti gli elementi per chiedere che anche l’aeroporto abruzzese rientri nell’elenco ”. Questo il commento di Amelio Angelucci, Segretario Generale della Fit Cisl Abruzzo Molise, in merito alle criticità relative ai collegamenti aerei da e per l’Abruzzo che in questi giorni sono al centro del dibattito pubblico. “Tra i criteri previsti dall’articolo 16 del Regolamento europeo 1008/2008 per la valutazione della sussistenza di necessità e adeguatezza di un onere di servizio pubblico in tema di continuità territoriale aeroportuale, vi sono l’equilibrio tra contributo pubblico nazionale e sviluppo economico della Regione interessata, la presenza di servizi ferroviari che servano però la rotta prevista con tempi di percorrenza superiore alle tre ore nonché il quadro delle tariffe aeree e delle condizioni proposte agli utenti in regime di libero mercato. La regione Abruzzo ed il suo aeroporto hanno tutte le caratteristiche per giustificare l’intervento dello Stato centrale ”. Prosegue Angelucci: “Con CGIL e UIL abbiamo chiesto un confronto con la Giunta regionale che ad oggi ha prodotto un primo incontro interlocutorio. E’ necessario mantenere aperto il dialogo e ricercare soluzioni condivise, prevedendo azioni e misure che vadano oltre i confini regionali e che investano anche il Governo. E su questo tema non sarà secondario il ruolo dell’aeroporto d’Abruzzo nel nuovo Piano Nazionale Aeroporti, perché da esso dipenderanno gran parte delle risorse destinate alle infrastrutture del settore ”.