ROMA – Dopo la clamorosa evasione, all’alba, di un detenuto albanese dal carcere di Teramo, è vibrante la protesta del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che torna a parlare di “evasione annunciata”.
“Adesso è prioritario catturare l’evaso”, denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria della Nazione”. “Da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario: i vari Governi e Capi Dipartimento che si sono alternati negli anni”, denuncia il leader nazionale del SAPPE, “anziché adottare provvedimenti che garantissero ordine e sicurezza nelle carceri hanno dato corso ad una riforma penitenziaria che ha minato proprio la natura stessa di pena e carcere, affidando il carcere ai detenuti e depotenziando anche il ruolo della Polizia Penitenziaria. Abbiamo ancora oggi molte carceri senza un direttore ed un Comandante di Reparto titolari, fissi in. Il SAPPE denuncia da tempo che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i sistemi antintrusione e anti-scavalcamento che spesso non funzionano”.
“Sono già in corso le operazioni di polizia per assicurare la cattura dell’evaso, che spero venga preso quanto prima. Ma questa evasione è la conseguenza dello smantellamento delle politiche di sicurezza dei penitenziari e delle carenze di organico della Polizia Penitenziaria, che ha 7mila agenti in meno“, aggiunge. “Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”.
Capece torna a chiedere pubblicamente “che chi di dovere tenga in considerazione le criticità delle carceri della Nazione, dove mi sembra evidente sussistano problemi nella catena di comando e in cui evidentemente non si è più in condizione di gestire le troppe tipologie di detenuti, con una presenza di soggetti dalla personalità particolarmente violenta. Sono palesi le inadempienze e le gravi colpe dell’Amministrazione Penitenziaria!”, conclude il segretario generale del SAPPE che non risparmia critiche al Capo del DAP Giovanni Russo: “a lui, da mesi, stiamo chiedendo – senza avere alcun riscontro! – di intervenire con urgenza sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione istituti, della riforma della media sicurezza!”.