Questa è la storia di un giovane imprenditore della provincia di Teramo. Si occupa di funghi e tartufi. Doni pregiati della nostra terra e sicuramente tanto desiderati altrove. Così in un assolato pomeriggio d’estate, mi sono fermata a parlare con lui tra il caldo e l’odore di tartufo nero. Mi ha raccontato che la sua attività, anche se piccola e situata in montagna, esporta all’estero. Mi ha parlato con orgoglio dei suoi tartufi, che sono arrivati persino nel ristorante americano di Del Piero. Interessante per un territorio come il nostro e allora gli ho chiesto perché non portasse i turisti del mare nella sua azienda, perché non organizzasse dei percorsi dove i turisti potessero trascorrere una giornata diversa dal solito tra il verde e l’odore di legno dei nostri boschi alla ricerca di qualche fungo. La sua risposta è stata scioccante!
Mi ha raccontato che negli anni precedenti alcuni proprietari di alberghi, dove si era recato per lasciare qualche volantino ai turisti, l’avevano cortesemente invitato ad andare via. Con amarezza mi ha rivelato che aveva pensato ad ogni dettaglio nella sua offerta. Il trasporto dal mare verso l’entroterra, la ricerca di funghi nel bosco, il pranzo e molto altro per rendere una giornata di vacanza diversa e tutta da scoprire. Un modo anche per avvicinare i turisti alle nostre incontaminate montagne. Un tentativo però fallito miseramente per la miopia che affligge lo sguardo di diversi imprenditori nel settore del turismo.
Si parla tanto di far rete, di unire le forze per migliorare l’offerta turistica del territorio e poi questa rete ha maglie troppo larghe tanto da lasciare scivolare via interessanti opportunità.
Un’opportunità persa dal giovane imprenditore, che non ha potuto portare i turisti nella sua azienda, e quindi non hanno conosciuto le bellezze ad alta quota dell’Abruzzo; ma un’opportunità persa anche per gli imprenditori del mare, che così si sono voltati di fronte alla possibilità di fornire una bella alternativa a tante famiglie che sono in vacanza. Offrire attrattive diverse al turista è un modo per convincerlo a tornare nel nostro territorio. Abbiamo il mare blu, colline che potrebbe stimolare anche il pittore più arido di ispirazione e montagne verdi e inviolate, quindi in teoria tutte le bellezze naturalistiche esistenti, e poi, invece di valorizzarle e renderle fruibili dal turista, gli vietiamo di conoscerle e ci vietiamo la possibilità di farlo tornare. E pensare che troverebbe tante meraviglie a poca distanza tra loro.
Mettere a valore ciò che si ha è alla base del marketing. Il marketing territoriale non fa eccezione!