TERAMO – A proposito di Davide Ciaccia & C., persona e persone rispettabilissime fino a prova contraria, qualche risposta la si deve a chi continua a mistificare la recente storia calcistica della nostra città coinvolgendo una certa comunicazione che sarebbe “complice” non si capisce di cosa, considerando che quei signori divennero proprietari al 60% del Teramo Calcio Srl (sarebbe stato il 91% se le cose fossero andate bene) per una trattativa nata e definita tra privati e da nessun’altra componente. Da una parte c’era l’ex presidente della squadra di calcio della nostra città e dall’altra i suoi interlocutori.

Nulla poteva il Sindaco di ieri, che è anche quello di oggi, nulla poteva la stampa, neanche quella più fortunata che anticipò largamente l’acquisizione mentre altri la denigrarono.

Si ricorderà che all’epoca, dopo circa tre anni di un governo calcistico i cui metodi, soprattutto, avevano sfiancato tutti, l’avvento di una nuova proprietà fu accolto più che benevolmente, anche dopo un intervento “chiarificatore” di Davide Ciaccia in Supergol.

La presentazione nel Parco della Scienza fu un successivo atto (dovuto) di quel periodo, al pari degli applausi (di tutti) rivolti al neo presidente, quando asserì che avrebbe inteso omaggiare la città del 10% delle quote societarie per renderla fattivamente partecipe. Ricordiamo ancora l’intensità di quegli applausi che fu di molto superiore a quella registrata, ad esempio, sabato scorso, nella stessa superficie, durante la proclamazione degli eletti in Consiglio Comunale.

Nell’interregno vi furono raccontati tutti i fatti così come si succedettero, tra loro congiunti da due fasi: il post Teramo-Reggiana, quando ci fu detto in conferenza stampa che il Teramo Calcio sarebbe regolarmente ripartito dalla Lega Pro con la proprietà di quel momento, ed il secondo quando scomparve.

Nel mezzo la narrazione, desolatamente triste, ma erano fatti. Noi credemmo in quel nuovo corso. Voi?