Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un’infermiera del Pronto soccorso dell’Ospedale Mazzini di Teramo, Tiziana Mercuri. 

TERAMO – Nonostante per tutti sia un brutto periodo, ancor di più lo è per chi il lavoro l’ha perso o, peggio ancora, per chi non lo ha mai avuto. Lo è per chi ha perso i propri cari, per chi sta combattendo in un letto di ospedale attaccato ad un respiratore e per chi,  come me, non può vedere né abbracciare i propri nipotini o cari. Non riesco a lamentarmi per una serie di altri validi motivi: il lavoro ce l’ho, ho una casa e i miei cari che, per fortuna, fino ad ora stanno bene.

Il camice, le mascherine, i guanti e i calzari non mi danno fastidio, anzi, rispetto a colleghi che lavorano in altre strutture, mi sento fortunata, perché so che ad ogni inizio turno posso prendere tutto ciò che mi occorre per proteggermi al meglio, grazie alla mia Azienda, al mio Direttore e al mio coordinatore.

Gli errori, le critiche, a volte su base politica, altre volte su basi personali, ce ne sono, ma non sono sempre da condividere. Resta il fatto che, in questo momento storico, il nostro lavoro non è per niente facile, ma è quel che abbiamo scelto di fare.

Ammetto che, alle nostre professionalità, sia agli infermieri, sia agli operatori Socio sanitari, fino all’arrivo di questo maledetto virus, non era stata data la giusta rilevanza e, di sicuro, non è questo il momento per fomentare polemiche o rivendicazioni.

Non riesco proprio a lamentarmi perché ho scelto di essere un’infermiera e, come tale, combatto sul fronte, per sconfiggere questo mostro che si chiama COVID-19.