CASTIGLIONE M.R. (TE) – “Qui ci sarà un problema di lutto collettivo non elaborato molto grave. Di massa. Anche perché qui oltre ai numeri è fatto ancora molto sentito proprio quel trapasso della memoria, le messe nei periodi successivi, persino i rinfreschi, c’è una antica civiltà che si tramanda“. E che il coronavirus ha bloccato con le disposizioni ferree di questi mesi. Don Michele si schernisce, dice di non voler rilasciare dichiarazioni, ma la simpatia travolgente e la personalità prorompente del parroco di Castiglione non passano inosservate e inascoltate. E’
l’epicentro della ex Zona Rossa della Val Fino, paese da ieri libero ma con una mortalità tra le più alte d’Italia, con i suoi 14 morti e centinaia di isolati ai domiciliari. Don Michele da due mesi ha piazzato l’altoparlante davanti al sagrato della chiesa madre nel cento storico e tutte le mattina officia messa che viene ascoltata da tutti gli anziani e residenti, dalle finestre, ma oggi anche da una anziana che a distanza di sicurezza ha ascoltato l’omelia: Funzione nella quale, nel giorno in cui la Chiesa ricorda S.Marco, Don Michele ha ricordato in un passaggio ‘quel diavolo che è ancora tra di noi’ – ANSA – foto Il Centro