L’AQUILA – Le dichiarazioni con cui Marsilio stamattina in conferenza stampa ha ammantato di propaganda il salasso fiscale che sta propinando agli abruzzesi fanno crescere l’indignazione.
Ci vuole coraggio per parlare di equità, di fronte ad un aumento delle tasse per coprire il buco di una delle sanità peggiori d’Italia. Ci vuole coraggio per parlare di redistribuzione, di fronte a una manovra che ha come effetto quello di incrementare il gettito fiscale (+44 milioni) per fare cassa.
È surreale ascoltare Marsilio che cita l’Emilia Romagna per dire che loro sono fortunati ad avere molte città allineate sulla Via Emilia, oppure per improvvisare uno spericolato paragone con l’Abruzzo: ci diano la qualità delle cure e della sanità pubblica dell’Emilia Romagna e poi potremo eventualmente ragionare di come e quanto i contribuenti pagano alla Regione per sostenere il sistema sanitario. Qui abbiamo, nostro malgrado e per colpa loro che governano da oltre 6 anni, una delle sanità peggiori d’ Italia.
La confusione regna sovrana: venerdì scorso Marsilio aveva dichiarato in tv che “l’85% degli abruzzesi pagherà meno tasse”; oggi siamo al 72% ma perfino le tabelle colorate del governatore non possono nascondere che la diminuzione sui redditi bassi (2,33 euro al mese nella migliore delle ipotesi) sono uno specchietto per le allodole che nasconde una mazzata per i ceti medi ed è così insignificante da sembrare una provocazione, e fa il paio con quella del governo Meloni sull’aumento di 2 euro delle pensioni minime.
Le stesse famiglie, alle prese con lunghissime liste di attesa, sono costrette a sborsare centinaia di euro per le visite mediche dai privati. In alternativa sono costrette ad andare fuori regione (per esempio nella già citata Emilia Romagna), nel peggiore dei casi (120.000 persone) rinunciano a curarsi.
Altra baggianata colossale raccontata in tv dal presidente della Regione è che “le Asl chiuderanno i bilanci con qualche migliaio di euro di avanzo”, e invece oggi scopriamo che ci sarà un passivo. La verità è che la sanità abruzzese è un serbatoio bucato, e oggi la destra impone altre tasse senza avere uno straccio di idea su come far funzionare il sistema sanitario senza produrre altro deficit.
Quella di Marsilio è la tattica trumpiana dello “spara la balla e poi nega di averla detta”, e speriamo che le similitudini con l’inquilino della Casa Bianca si fermino qui.
Questa giunta regionale di destra ha sfasciato la sanità pubblica e adesso, nella disperazione più totale, fa anche pagare il prezzo del proprio fallimento agli abruzzesi; abbiano la dignità di andare a casa – Daniele Marinelli, segretario regionale Pd Abruzzo, i consiglieri regionali del Pd Abruzzo