Si tratta dell’unico corridoio ecologico tra Parco d’Abruzzo e parco del Sirente.
 
Un’area fondamentale per l’Orso bruno marsicano e per uccelli rapaci rari come Aquila reale, Biancone e falco grillaio, quella del valico di Olmo di Bobbi, comune di Cocullo (AQ) è in procinto di essere stravolta da una megacava da 830.000 mc. L’orso ribattezzato Juan Carrito è stato per mesi proprio in quest’area e dalla vicina frazione di Carrito ha preso il nome.
 
Un progetto spuntato dal passato che se realizzato rischia di interrompere l’unico corridoio ecologico usato dagli orsi tra Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e Parco del Sirente – Velino. La connessione tra queste aree è fondamentale per il PATOM, l’accordo per l’orso, in quanto per la conservazione della specie nell’Appennino è necessario assicurare l’idoneità a vaste aree che devono risultare raggiungibili appunto attraverso questi “corridoi”, attualmente sgombri da autostrade, centri abitati e altre attività umane impattanti.
 
La Stazione Ornitologica Abruzzese si è accorta della questione facendo un accesso agli atti in regione da cui è emerso che esiste questo progetto, suddiviso in due lotti. Il primo, attualmente in fase realizzativa, riguarda il recupero con nuove escavazioni, di una vecchia cava, Aia Catino, sopra al paese. Una volta terminato quello si passerebbe all’apertura della nuova cava di Olmo di Bobbi, su una superficie di 6,5 ettari, pari a 8 campi di calcio, per 830.000 mc di materiale estratto. Un’enormità.
 
Il progetto fu presentato nel 2007 e autorizzato nel 2010. Dopo 12 anni è rispuntato fuori, con una richiesta di proroga della scadenza dell’autorizzazione avanzata dalla ditta alla regione.
 
Dichiara Massimo Pellegrini, presidente della SOA “Stamattina ho scritto al Ministero della Transizione Ecologica, alla Regione, ai parchi d’Abruzzo e Sirente e alla Riserva delle Gole del Sagittario per sollevare il problema evidenziando una serie di criticità del procedimento seguito allora e della richiesta di proroga delle attività che, se dovessero continuare, sfocerebbero tra poco tempo in questa megacava a Olmo di Bobbi. Si tratta chiaramente di un errore fatto oltre oltre dieci anni or sono che bisogna risolvere oggi, in quanto abbiamo conoscenze chiare sulla rilevanza dell’area per la fauna e la flora“.
 
Dichiara Augusto De Sanctis, consigliere della SOA “E’ disarmante scoprire che un’area fondamentale per tantissime specie di animali, dove la stessa regione Abruzzo ha speso soldi comunitari per il progetto LIFE Econet, possa essere presto stravolta per cavare. Lì l’orso bruno è di casa, così come il lupo. C’è una delle più alte densità in Europa di specie protette a livello continentale come il Calandro, la Tottavilla e l’Averla piccola. Le coppia di aquila reale e di biancone, l’aquila dei serpenti, che nidificano nei pressi la usano come fondamentale area di caccia. In migrazione è presente una specie rarissima, il Falco grillaio. Quest’area ha un valore naturalistico e paesaggistico enorme: deve rimanere così“.