TERAMO – Il perdurare del conflitto in Ucraina, e le sue ricadute economiche e umane, stanno inducendo la Commissione europea e il governo Draghi a velocizzare il processo di transizione ecologica già in atto da tempo e resosi ancora più necessario dall’emergenza che ha ricordato a tutti la nostra dipendenza strutturale dal gas russo.
“Azione, attraverso il suo leader Carlo Calenda ha più volte sollecitato l’intervento rapido del Governo Draghi e qualcosa in tal senso si sta finalmente muovendo” afferma l’On. Giulio Cesare Sottanelli, coordinatore regionale di Azione. “Anche la Commissione Europea, attraverso il bando Horizon Europe, diffonde importanti finanziamenti per lo sviluppo di impianti fotovoltaici a terra, mentre a livello nazionale il PNRR anticipa un miliardo per far partire la produzione di moduli fotovoltaici in particolare per progetti da realizzare al Sud. Le regioni hanno anch’esse autonomia nel campo energetico. Alcuni esempi virtuosi, parlando di Sud Italia, si annoverano in Puglia con ben il 70% del suo fabbisogno energetico prodotto da fonti eoliche e solari. “Purtroppo in Abruzzo la situazione è completamente diversa” continua Sottanelli “infatti l’Abruzzo è ostaggio di una politica miope che approvando (all’unanimità, ndr) a metà 2021 l’emendamento al progetto di legge 182/2021 della Legge Regionale 8/2021, ha di fatto sospeso l’installazione degli impianti di produzione di energia eolica di ogni tipologia, le grandi installazioni di fotovoltaico, posizionato a terra, e di impianti per il trattamento dei rifiuti, inclusi quelli soggetti ad edilizia libera, nelle zone agricole.”
Lo strumento doveva essere adottato entro fine dicembre 2021, con il nobile obiettivo di tutelare il territorio attraverso la pianificazione di siti idonei per le installazioni, ma al momento risulta tutto bloccato e la scadenza è stata prorogata a fine giugno 2022, in attesa di effettuare una mappatura di quali sono effettivamente: “le zone agricole caratterizzate da produzioni agro-alimentari di qualità (produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G., produzioni tradizionali) e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, al fine di non compromettere o interferire negativamente la valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali e del paesaggio rurale”, come enunciato dalla Regione. “In altre parole,poiché tale mappatura è molto indietro come completamento (o forse non avviata affatto?), la nostra Regione è totalmente ferma sul piano della pianificazione di approvvigionamento energetico, con danni importanti sia per il futuro delle imprese del settore che al momento non possono investire in Abruzzo, sia per tutti i cittadini”.
” Abruzzo in Azione non solo chiede che, immediatamente, si consenta la ripresa delle installazioni, con un iter autorizzativo semplificato e valutazione immediata di tutte le domande di cittadini e aziende, accumulate negli uffici regionali, lavorando per capire se ci sono nell’immediato le condizioni, sia di sicurezza che ambientali, per sbloccare alcuni giacimenti fermi. In parallelo, si realizzi in un tempo massimo di 30 giorni, la mappatura dei siti agricoli “di qualità”, anche con strumenti GIS di nuova generazione; nel contempo si emettano decreti d’urgenza per il ristoro alle categorie più colpite dalla crisi energetica. Non è più pensabile, con lo scenario attuale, che la nostra Regione si prenda i suoi tempi abitualmente dilatati per dare al territorio una risposta in termini di politica energetica rinnovabile. Non è più tempo di dilettanti, entrino in campo le competenze vere e utili al nostro sviluppo regionale.”