TERAMO – Pubblichiamo un post dello storico e scrittore Elso Simone Serpentini.

Io penso che sia troppo facile e sbagliato, e tale da distruggere l’essenza del gioco del calcio, sottraendolo alla passione del popolo a cui appartiene, dispensare a profusione limiti, divieti, provvedimenti daspo preventivi invece di assumere i doveri della propria professionalità e della propria competenza gestendo con intelligenza gli eventi pubblici, civili, politici e sportivi che siano.

Con i manganelli, sia quelli reali che quelli metaforici, si sopprimono libertà indifferibili. Non si possono vietare partite di calcio, trasferte di tifosi, manifestazioni studentesche e scioperi o regolarli non con l’intelligenza ma con i divieti e i manganelli. Con la scusa degli eventuali disordini possibili non si possono prendere provvedimenti repressivi, sia in campo politico che in campo sportivo e culturale.

Non dimentichiamo che un ministro borbonico arrivò a vietare la costruzione dei teatri, tra cui quello già programmato a Teramo (tanto che poi per averlo dovemmo aspettare diversi decenni e la caduta di un regno – salvo poi ad abbatterlo stupidamente, ma questa è un’altra storia) con la giustificazione: “ovunque ci sono teatri ci sono disordini“.

Ecco, ai disordini non si ovvia con i daspo indiscriminati e con i manganelli… ma con la professionalità di chi deve tutelare l’ordine pubblico. Sorprende il silenzio colpevole di chi ha anche solo una piccola parte di doverosa responsabilità democratica nella gestione dell’ordine pubblico, silenzio che si configura sia quando i disordini ci sono e vengono repressi sia quando ci sono e non vengono repressi.

C’è chi tace sempre, anche quando non dovrebbe tacere – E.S. Serpentini