Mentre il Parlamento europeo approva la relazione del “Piano UE sui tumori” in cui si chiedono misure di prevenzione efficaci e di maggiore sostegno alle famiglie, in Abruzzo è ancora una volta l’assessore al sociale Pietro Quaresimale che si fa protagonista di una importante iniziativa e invita tutti, mondo imprenditoriale, politico e sociale, a non sottovalutare il pericolo rappresentato dal cancro in un momento storico difficile.
“Perché gli effetti devastanti della crisi derivata dalla pandemia hanno come prima conseguenza l’indebolimento della tenuta sociale del Paese – dice l’Assessore -. I dati ci dicono che gli effetti della pandemia hanno colpito soprattutto le iniziative legate alla socialità scoprendo e facendo esplodere nuove emergenze sociali e sanitarie”. I tempi ci dicono che c’è più bisogno di solidarietà. “Perché – continua – curare significa accompagnare il paziente e le famiglie durante il suo difficile percorso anche con un sorriso, una stretta di mano, uno sguardo”. In oncologia fare eccellenza significa mettere al centro del nostro lavoro il paziente, garantendo non solo il miglior trattamento, ma anche la migliore qualità di vita in senso fisico e psicologico. “I malati e le loro famiglie invocano da tempo un impegno maggiore per le persone più fragili, per contrastare le disuguaglianze. Occorre uscire dalla retorica per passare a fatti concreti e tangibili”.
L’Abruzzo lo fa, da una risposta concreta. Sono 60 le famiglie abruzzesi che quest’anno beneficeranno del contributo economico che la Regione Abruzzo eroga in favore di quei nuclei famigliari che al proprio interno hanno un malato oncologico o sottoposto a trapianto. Gli uffici regionali delle Politiche sociali hanno infatti perfezionato tutto l’iter burocratico legato al bando pubblicato nel giugno. “Si tratta – spiega l’assessore regionale alle Politiche sociali Pietro Quaresimale – di una misura molto attesa dalle famiglie con malati oncologici o trapiantati, costrette a sostenere spese di diversa natura legate al trattamento sanitario. La legge regionale che ha previsto questa misura è un provvedimento fortemente voluto dall’amministrazione regionale che ha ritenuto un atto di equità venire incontro a quelle famiglie che vivono quotidianamente le conseguenze sociali e finanziarie di patologie gravi e fortemente invalidanti dei propri cari”. La legge prevede un contributo massimo di 2 mila euro a famiglia che, nei casi espressamente previsti nel bando, può salire a 3 mila euro. “Nei prossimi mesi – conclude l’assessore Quaresimale – verrà pubblicato un nuovo bando con le stesse caratteristiche dei precedenti. Sulla copertura finanziaria non c’è alcun problema in quanto la misura ha un proprio capitolo di bilancio dedicato”.