Mentre, speriamo, prende il via anche a Teramo la vaccinazione degli ulta ottantenni, mentre il virus dilaga nei reparti dell’ospedale Mazzini e torna a scendere il velo sulle notizie quasi fosse vero il motto “cuore che non sa non duole”, mentre apprendiamo che il “super tecnico” Arcuri mentre tra handicappati parte la guerra tra bande tra chi si vaccinerà prima; mentre nell’italietta italiota spuntano come funghi i caregiver – come prima dei concerti – che amano tanto il loro handicappato e si fanno vaccinare al suo posto; mentre in una guerra tutta personale – unico caso in Italia – l’assessore Verì – che odia la Slocco che è psicologa – nega il vaccino agli psicologi abruzzesi , che sono professionisti della salute e rientrano nei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza, ossia le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini- ; i dati del Ministero della salute aggregati e pubblicati ieri ci danno una notizia sulla quale una regione non lobotomizzata dovrebbe attentamente riflettere: l’Abruzzo, con il suo 1,2 % di persone vaccinate (che hanno ricevuto la prima dose), come da immagine tratta dal sito del Ministero della salute di ieri 24 febbraio, è ottimamente penultima in Italia. Grande. Grande. Brava la Verì.
Del resto abbiamo letto tutti che mentre aumentano i contagi giornalieri e preoccupa l’incremento dei recoveri in ospedale, specie in terapia intensiva. Mentre resta drammatico il numero dei morti, sempre in tripla cifra ormai da mesi e i vaccini assumono un’importanza vitale, l’approviggionamento in Italia risulta lenta, solo 4,5 milioni di dosi consegnate. Ma a far paura è anche la lentezza di alcune Regioni lumaca. Sempre secondo il ministero della salute alle 9 di ieri mattina: solo 3,5 milioni quelli somministrati fra prima e seconda dose. Questo significa che ogni quattro fiale, una è ferma nei frigoriferi.
Intanto i politicanti cialtroni in cerca di consenso , e i loro megafoni quaquaraqua in cerca di pecunia, vogliono riaprire tutto. Ma non cambierà nulla fino al 6 aprile. Anzi con il nuovo esecutivo ci saranno misure ancora più severe per contenere la pandemia. I dpcm del governo Conte non saranno archiviati. Draghi userà i decreti invece dei dpcm per misure ancora più severe per contenere la pandemia nel mese di marzo. La Lega desalvinizzata, tolta la felpa, tace e china il capo per completare in giacca e cravatta, la traversata verso il Ppe.
Il Ministro Speranza, ribadito ieri il suo no a tutte le istanze sul tavolo (NO all’apertura di palestre e piscine, cinema e teatri, ristoranti, bar, terapie di riabilitazione, sale giochi e sale bingo) sostiene la linea dell’ala rigorista del governo, fino a Pasqua.
Leo Nodari