E’ Natale arrivano i regali. E’ Natale voglio sciare. E’ Natale voglio mangiare. E’ Natale voglio comprare. E’ Natale voglio giocare. E’ Natale voglio andare.
Gesù Bambino, nato povero e fragile in mezzo a noi, per darci speranza, a quanto pare farebbe bene a starsene nella sua grotta con il bue e l’asinello. Regali (riciclati), cene (pessime), sorrisi (falsi) centro commerciale (glaciale) . Ma questo è il vero Natale ? Se togliamo Gesù, che cosa rimane del Natale?
L’enorme macchina dei festeggiamenti , con cui abbiamo arricchito, infarcito questo tempo di “avvento”, ha nascosto “la nascita”. La ragione di tutto. Una nascita. In un luogo povero, fatto di stenti e difficoltà. Una nascita che cambia l’uomo e il mondo, il tempo. La storia dell’uomo si ripete per inerzia. Abbiamo santificato il mercato e profanato il tempio.
Il dono da fare a tutti i costi, il cibo che si trasforma in icona, il totale distacco dal motivo stesso della festa ,che diventa puro interesse al mercato del Natale. Cristo che nasce rimane fuori da tutto. Certo, molti dovranno sfuggire agli agguati della nostalgia, ma l’opportunità di vivere un Natale vero e non un fantoccio by ChinAmerican è davanti ai nostri occhi e sarebbe un peccato non provare a coglierla. Spieghiamo ai nostri figli che la festa è altrove. Proviamo a tornare alla grandezza della semplicità. Per onorare la nascita di Gesù bambino serve poco, pochissimo, solo un cuore acceso e una candela per illuminargli la via.
Come ricorda il Vangelo le angosce, le difficoltà e le sofferenze attraversano la vita di ciascuno, e tante volte la realtà che ci circonda sembra essere inospitale e arida, simile al deserto nel quale risuonava la voce di Giovanni Battista. Ma proprio le parole del Battista rivelano che la nostra gioia poggia sulla certezza che questo deserto è abitato. È Gesù che abita il deserto, l’inviato dal Padre a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà, la luce e la speranza. Egli, è venuto sulla terra per ridare agli uomini la dignità dei figli di Dio. La gioia del cristiano non si compra, non si può comprare, viene dalla fede e dall’incontro con Gesù Cristo non da un regalo, ed è la ragione della nostra felicità. Quanto più siamo radicati in Cristo, tanto più siamo vicini a Gesù, tanto più ritroviamo la serenità interiore, pur in mezzo alle contraddizioni quotidiane. Ed è una gioia, questa, da condividere e che rende meno faticoso il cammino della vita. E’ la speranza che non delude. Si realizza e ci proietta verso il futuro.
Così si manifesta lo “spirito natalizio”: promessa che genera speranza. Che si compie in Gesù. Natale è la speranza realizzata che non ci spinge solo verso il futuro, ma “deborda” nel presente stesso e si manifesta nel desiderio di fraternità . Natale è augurare e ricevere quella pace che renda finalmente possibile, in mezzo a tanta notte e nebbia, il riconoscerci e rincontrarci come fratelli.
Tanti auguri di buon Natale a tutti.