TERAMO – La delegazione del Partito Radicale, formata da Gabriella Antonacci – docente di lingue e mediatrice
culturale, già tesoriera dell’Associazione Amnistia Giustizia Libertà -, Jacopo Di Michele – studente universitario di
giurisprudenza -, Luigi Flagelli – in passato rappresentante di case editrici in pensione, studioso dei movimenti
antagonisti abruzzesi -, Tommaso Navarra – avvocato e già presidente del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della
Laga -, oltre che dallo scrivente rappresentante PRNTT, Ariberto Grifoni – già docente di diritto e economia politica
in pensione -, ha iniziato la visita alle ore 9 (cfr. doc. n° 1 audio/video:
https://www.radioradicale.it/scheda/675745/ferragosto-in-carcere-a-teramo-servizio-dalla-casa-circondariale-dicastrogno).
Non essendoci né il direttore, né il comandante della polizia penitenziaria da salutare, la delegazione,
accompagnata dal vicecomandante dott. Igor De Amicis e da altri agenti, ha potuto così accedere ai reparti detentivi,
dopo aver visitato l’infermeria del carcere ed essersi intrattenuta in colloquio per circa 20 minuti col medico
incaricato del presidio sanitario intramurario, dr. Franco Paolini, lo psichiatra e la psicologa. Dal colloquio è emerso,
tra l’altro, che da alcuni anni non si verificano suicidi tra i detenuti.
Su nostra richiesta, poi, ci siamo recati nella sezione di alta sicurezza dove abbiamo potuto parlare per circa
un’ora coi 102 detenuti lì ristretti, visitare le loro celle e il vano docce malfunzionanti, nonché rispondere alle loro
numerose domande soprattutto relative alla riforma dell’ordinamento penitenziario che, purtroppo, non concluse il
suo iter legislativo col governo Gentiloni, guardasigilli Andrea Orlando.
Successivamente, ci siamo recati presso i detenuti comuni e, con le stesse modalità surriferite, abbiamo
potuto trattenerci per circa un’ora in un raggio dove, oltre alle considerazioni sull’arresto di riforme
dell’ordinamento penitenziario o di dibattiti politici per decidere una legge d’amnistia e indulto, abbiamo potuto
verificare esperienze positive di partecipazione ai corsi d’istruzione scolastica impartiti dal Cpia (Centro Provinciale
Istruzione degli Adulti) o dall’istituto Alberghiero che ha allestito una nuova cucina per la didattica laboratoriale,
ricavando lo spazio col sacrificio di una parte della palestra in prossimità della cappella religiosa, o dell’operatività
della convenzione con la vicina Università per lo svolgimento degli esami. I detenuti interpellati di altre nazionalità
o orientamenti hanno affermato di non essere stati assoggettati ad atti di bullismo, benché in molti lamentino
l’impossibilità di accedere ad acquisti anche minimi allo spaccio a causa della mancanza di propria dotazione
finanziaria e di lavori esterni (in semilibertà sono solo due detenuti) e la difficoltà di comunicazione in lingua
italiana, anche per le semplici “domandine”. Si riferisce la carenza del numero di educatori: solo tre a copertura
dell’intera popolazione carceraria. Non abbiamo incontrato mediatori culturali o linguistici.
Sia in alta sicurezza che tra i comuni è emersa la considerazione che in questa struttura carceraria i rapporti
tra ristretti e polizia sono improntati al reciproco rispetto generale e sporadici episodi di tensione sono generati dalla
sofferenza manifestata in prevalenza da soggetti con patologie psichiatriche che sono ben 150; prevale invece nelle
relazioni un approccio teso all’integrazione.
L’ultima mezzora di visita in carcere, prima di recarci alla programmata conferenza stampa (cfr. doc. n° 2
audio/video: https://www.radioradicale.it/scheda/675876/ferragosto-in-carcere-conferenza-stampa-a-seguito-dellavisita-
alla-casa-circondariale), è stata dedicata alla sezione femminile, dove al momento non ci sono bimbi ristretti
con le loro madri. Le carcerate vivono una situazione di disagio maggiore, anche in considerazione dello stato di
salute e dalla lontananza dai legami familiari; a ciò si aggiunge l’impossibilità di partecipare a corsi scolastici,
mancanza di palestra e carenza di personale femminile. La stessa cappella, altrimenti spoglia, sarà ravvivata dalla
riproduzione di una natività che la nostra delegazione ha portato in dono, insieme ad oltre cento libri per la biblioteca
del carcere.
In tutti gli incontri è stata partecipata la vetustà della struttura edìle, concepita senza spazi comuni e
realizzata in conglomerato cementizio prefabbricato, con conseguenti temperature interne rigide d’inverno e calde
d’estate; ulteriore criticità strutturale lamentata è l’assenza di acqua calda nelle celle e l’estrema ristrettezza del vano
igenico, con assenza di bidet e doccia.
La delegazione ha concluso la visita alle ore 12,15. Per i dati numerici, dove emerge il sovraffollamento al
165,8% (rapporto capienza 255/totale detenuti 423), si richiama il già trasmesso questionario, compilato dalle
autorità mentre la visita era in corso.

il capodelegazione Ariberto Grifoni