L’AQUILA – La 727ma edizione della Perdonanza prende il via proprio nell’anno in cui la Scuola si accinge ad applicare norme che, a nostro parere, intaccano i principi di inclusione sanciti dalla nostra Costituzione. Docenti di sostegno attribuiti in base ai “debiti di
funzionamento”, esoneri possibili per alcune materie e perfino la stanza di “sostegno” sembrano inviare il nostro sistema scolastico indietro nel tempo.
La Ricerca, che ogni anno avanza a piccoli passi, trova molte difficoltà per essere applicata alla quotidianità dei nostri figli. E così viviamo in un Mondo a due velocità: quello della Ricerca, sempre più ambiziosa, e quello di tutti i giorni, ingabbiato tra ritardi e burofollia.
Il Perdono di Celestino V è soprattutto un dono. “La sua più grande rivoluzione, prima del rifiuto papale, rimane quella contenuta nella Bolla del Perdono, il documento che portò una vera e propria novità nella chiesa cattolica. Una rivoluzione lungamente osteggiata dai successori di Papa Celestino che tuttavia non riuscirono ad impedirne la sua diffusione tra il popolo. Sulla figura dell’eremita del
Morrone e della sua Perdonanza sembra esserci stato sempre un velo di oblio, quasi a voler minimizzare la forza universale di un messaggio così innovativo. Non è semplice e nemmeno possibile raccontare la sua persona in poche righe, il senso delle sue scelte ha infatti cambiato il passo alla storia.”
Ospiti e Orchestra hanno donato una magica atmosfera alle migliaia di spettatori, ordinati sul prato della Basilica. Tra le tante cose belle l’esibizione più toccante e significativa è stata quella di Simone Cristicchi, che con il brano “Ti regalerò una rosa”, vincitore del Festival di Sanremo 2007, ha unito il Teatro del Perdono alla storia dell’adiacente Ex Ospedale Psichiatrico di Collemaggio, dimenticato e ancora oggi senza destino. Quell’Ospedale che fu costruito proprio vicino alle spoglie di Celestino V e al quale nel processo di canonizzazione vennero attribuiti tanti miracoli, tra cui quelli rivolti a persone con malattie neurologiche e mentali.
https://www.perdonanza-celestiniana.it/it/il-dono-rivoluzionario.html
I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?
Non ci resta che relegare ai ricordi di un passato le parole della canzone di Simone
Cristicchi e di conoscere il destino dell’ex ospedale di Collemaggio e di tutte le
persone che potranno immedesimarsi tra le strofe di questo toccante brano.
Dario Verzulli