TERAMO – Il Capogruppo di Abruzzo Insieme in Consiglio regionale, Giovanni Cavallari, interviene sui dati pubblicati recentemente dalla CGIA di Mestre, che confermano le tesi più volte denunciate dal centro sinistra circa la situazione difficile per l’economia abruzzese.
“Ebbene”, dichiara il Consigliere regionale Cavallari, “i dati sono inequivocabili: l’Abruzzo continua ad arretrare. La nostra Regione, a differenza di quasi tutte le altre, non riesce a recuperare il terreno perduto nel periodo pandemico quando tantissime imprese sono state costrette a chiudere e gran parte degli italiani a rimanere a casa”. Il riferimento è alla variazione del prodotto interno lordo della nostra regione tra il 2024 e il 2019: nonostante negli ultimi 5 anni il PIL italiano abbia mostrato una crescita di più del 4% rispetto a quello conseguito nell’anno pre-Covid, l’Abruzzo – insieme alla sola Umbria – registra un segno negativo per lo stesso periodo, segnando l’evidenza di una recessione infinita. “Una situazione difficile”, continua Giovanni Cavallari, “per il territorio regionale ed in particolare per le Provincie dell’Aquila e di Chieti dove gli ultimi 5 anni hanno segnato variazioni negative del PIL del 2,14% e 1.08% rispettivamente, solo parzialmente compensate dalle performance di Pescara (+1.05%) e Teramo (+2.80%). Situazione che purtroppo non migliora se guardiamo alla crescita attesa per il 2024, per il quale nonostante una crescita media per il nostro Paese prevista allo 0,71%, l’Abruzzo divide il penultimo posto della classifica con la Calabria, con un ben poco onorevole +0,23%, davanti al solo Molise. Dati sostanzialmente confermati dall’outlook di Bankitalia per il 2024, che prevede per l’Italia una crescita molto contenuta e in massima parte sostenuta dal buon andamento dei servizi e del turismo, crescita che l’Abruzzo non pare essere in grado di agganciare, a differenza di altre regioni del Mezzogiorno. La classifica europea del PIL pro capite certifica sicuramente un divario tra il Nord e il Sud dell’Italia, ma mette anche in evidenza come l’Abruzzo, la Calabria, la Campania e la Sicilia siano le Regioni meridionali meno performanti. Rispetto a tutto questo”, conclude il Capogruppo di Abruzzo Insieme, ““è necessario che il Governo regionale si assuma le proprie responsabilità invece di fare finta di niente come ha fatto e continua a fare per i debiti della sanità”.