ATRI – Dopo il punto nascita, l’ospedale San Liberatore di Atri si appresta a subire un’altra gravissima chiusura, l’ambulatorio di senologia, sezione distaccata dell’ospedale civile Mazzini di Teramo, con cui avrebbe dovuto costituire rete di un percorso virtuoso e sinergico. E invece ci troviamo di fronte ad una resa su tutti i fronti, in ossequio al numero minimo di interventi che già aveva condannato il punto nascita, secondo una regola regionale che però sembra trovare applicazione solo in provincia di Teramo e alla sua Asl, mentre nulla di tutto ciò si verifica nelle Asl delle altre province abruzzesi. Cosa hanno da dire in proposito i consiglieri regionali di maggioranza della provincia di Teramo della Lega, di Fi e di FDI? Cosa ne pensano di questa ennesima beffa per il territorio teramano il Sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale D’Annuntiis e l’assessore Piero Fioretti?

Per il San Liberatore, che annovera, vale la pena ricordarlo, tra i suoi reparti molte eccellenze, torna a prospettarsi un altro passaggio drammatico. A fare le spese di questa presunta razionalizzazione della sanità abruzzese, che in realtà mira solo ed esclusivamente a fare cassa e a smantellare pezzo dopo pezzo la sanità pubblica a vantaggio di quella privata, sono sempre e solo i cittadini.

Nei prossimi giorni cercheremo insieme ai nostri rappresentanti nel consiglio regionale del M5S di attivare delle iniziative concrete volte a bloccare questo ulteriore scempio a danno del nosocomio di Atri e dei circa 100 mila cittadini e cittadine del comprensorio.