SuperMario con un gruppo di migliori, si affaccia e, deciso, promette “Un mese fa ho vi ho promesso che avrei spezzato le reni al Covid. Con la stessa certezza totale, assoluta, ripeto assoluta, vi dico che spezzeremo le reni al virus in due settimane. La guerra è appena cominciata!”

E c’è da credergli.

Presto faremo 1 milione di vaccini al giorno. E’ una certezza incrollabile. Assoluta. Non oggi ma domani.

Entro breve faremo 800mila vaccini al giorni. Siamo forti, invincibili. E’ un giuramento. Che ce l’abbiamo grande e duro.

Siamo pronti per fare 500mila vaccini al giorno. Coinvolgeremo medici di base, dentisti , farmacisti, infermieri, pensionati e prostitute. Non oggi ma domani.

Nei prossimi giorni faremo 200 mila vaccini. Di giorno e pure di notte. Nei teatri, auditorium, stadi, piazze, al bar, nei bagni, ovunque. Non oggi ma domani.

Intanto facciamo una media di 131mila e 700 vaccini al giorno.

Non è forse questa l’esperienza che stiamo vivendo? Non è forse ingiusta, arbitraria, incerta come una sciarada la campagna vaccinale che si pratica nelle nostre contrade? E’ credibile e comprensibile che ci siano problemi legati sia alla disponibilità di vaccini che alla mancanza di personale di supporto, l’assurdo e insensato carico burocratico connesso ad ogni singolo vaccino. Ma l’ingiustizia – come ci ricorda il costituzionalista prof Ainis – non è figlia unicamente delle diverse strutture ospedaliere. Deriva in larga parte dai criteri anticostituzionali adottati nell’una o nell’altra Regione, ciascuna chiusa nei propri confini come un microcosmo. Nonostante la normativa (art 117 costituzione) preveda che la gestione della pandemia abbia competenza esclusiva dello Stato e “una disciplina unitaria, di carattere nazionale, idonea a preservare l’uguaglianza delle persone e l’interesse della collettività“.  Ce n’è per tutti i gusti, viaggiando da un capoluogo all’altro: avvocati, ingegneri, giornalisti, impiegati delle pompe funebri, autisti di bus anche se fermi, i giudici se antimafia, e prima di loro il personale della scuola, anche se in smart working, o gli ospedalieri, anche se in servizio nell’amministrazione; mancano ormai solo i calciatori della nazionale impegnati per le qualificazioni ai mondiali 2022. Nel frattempo appena il 15 per cento degli over 80 – la fascia d’età più a rischio – ha ricevuto entrambe le dosi di vaccino. 3 su 10 vaccinati sono “furbetti”.

Una domanda mi / ci / vi sorge spontanea: ma dove sta la coerenza tra il fatto che queste persone siano considerate ad alto rischio, per cui ogni giorno che passa si deve assistere a una pandemia che miete vite umane, soprattutto nella fascia di età over 80 e le categorie dei malati, siano costretti ad attendere mesi per essere vaccinati, assistendo impotenti all’allontanarsi dell’unica possibilità che rappresenta la loro speranza di evitare il contagio. E’ in agguato la beffa delle beffe: dover contrarre il Covid proprio nell’ultimo miglio quando si è in vista del traguardo! E allora stando così le cose, non c’è alcun senso né alcuna giustificazione, ma c’è solo della crudeltà nel far intravedere una possibilità di uscire dall’incubo e  poi con i fatti negarla, si perché di questo si tratta!!! “.

Lunghe file. Sms che non arrivano. Telefonate all’ultimo momento. Malati psichiatrici, cardiopatici, oncologici, diabetici lasciati senza risposta.  Chi dovrebbe sovrintendere a tutto questo cosa pensa di fare? Come si sentirà il “furbetto” che sa che un malato è a rischio morte perchè lui è un “furbetto”.  E’ chiaro e doveroso cambiare passo. C’è necessità di porre alcuni questioni su cui è giusto che la gente abbia risposte, visto che è in gioco la salute di migliaia di persone.

L’epidemia aggredisce il corpo, ma l’ingiustizia fiacca lo spirito.