NERETO – Era Sindaco Osvaldo Masi quando il Presidente della Repubblica Italiana, il Partigiano Sandro Pertini, giunse nel nostro paese per ricevere la CITTADINANZA ONORARIA; e noi Neretesi non possiamo che essere, ancora oggi più di allora, fieri ed orgogliosi di fregiarci di questa onorificenza che simboleggia un legame ideale ed umano con quello che è stato il Presidente della Repubblica più amato dal popolo italiano: il PRESIDENTE PARTIGIANO! Socialista, antifascista oppositore strenuo di un regime e di una dittatura, quella fascista, che ha umiliato ed insanguinato il nostro paese, imponendo limitazioni ad ogni libertà quella della manifestazione del pensiero, quella della libera organizzazione in associazioni e/o partiti, quella sindacale, quella di sciopero, quella di dissentire e di avere una opinione contraria al regime, imprigionando, uccidendo, torturando, esiliando sindacalisti ed oppositori politici (socialisti comunisti, liberali – Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci, Piero Gobetti, i fratelli Rosselli Carlo e Nello, e tanti tantissimi altri), conducendo il paese in guerre di invasione e coloniali verso altri popoli tremende in termini di massacri, uccisioni, torture ed oppressione, ed abbracciando il mostro nazista nell’ignominia della oppressione e dell’olocausto. Che altro dire se non rimanere fortemente legati con gli ideali ed i valori che hanno animato il nostro concittadino onorario, Padre Costituente, e riprendere in toto il suo insegnamento e per il quale mentre da un lato “Il fascismo non può essere considerato una categoria del pensiero ma è un crimine e come tale non può avere legittimazione”, dall’altro lato “Non vi è vera libertà senza uguaglianza sociale”. La connessione ideale con quella figura imponente di uno dei Padri della nostra Carta Costituzionale è ancora più viva oggi a fronte della decisione dell’attuale Amministrazione di intitolare una Via pubblica del nostro paese ad un fascista, ad un personaggio che mentre Pertini, Gramsci ed altri erano in carcere ed al confino, lui dirigeva il quindicinale “La Difesa della razza” lo strumento culturale antisemita e razzista destinato a promuovere le leggi razziali fasciste, colui che mentre il Presidente Partigiano riceveva a Nereto la cittadinanza onoraria e non rinnegava in nulla il suo passato e si vantava di essere intimamente fascista. A tutti è evidente quanto questa decisione stride violentemente con la storia democratica ed antifascista del nostro paese che non può essere allo stesso tempo fiera della cittadinanza onoraria al Presidente partigiano e custode dei suoi insegnamenti ed ideali antifascisti ed intitolare una Via al fascista Almirante. E’ una decisione in palese contraddizione con quella storia e con la natura fermamente democratica ed antifascista della nostra comunità. E’ una decisone che DIVIDE e non unisce ancora di più il paese e di questo l’Amministrazione se ne assume per intero la responsabilità e per tale ragione d’ora in avanti non potrà più dirsi né vantarsi di essere l’Amministrazione di tutti i Neretesi.

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