L’Hotel Rigopiano non c’è più, è crollato tutto. La colpa non è di nessuno. E’ stato un caso. Si è vero non doveva essere li ma per caso c’era. Si è vero gli aiuti sono stati chiamati ma per caso sono arrivati tardi. Canaglie manigoldi e genitori dalla mente annebbiata se la sono presa con dei poveri innocenti chiamati a giudizio per caso. E tutti (quasi tutti) assolti. Ciò che emerge chiaramente è che da ieri in Italia evidentemente è stato cancellato il reato di disastro colposo.

Nel  giorno della verità il risultato è  di 25 assolti perché «il fatto non sussiste» . E 5 condanne lievi. Tra cui quella a due anni all’ex sindaco di Farindola , Ilario Lacchetta per la mancata pulitura della strada (e a due funzionari della Provincia). Ecco la sentenza del processo sulla tragedia dell’hotel travolto sei anni fa, il 18 gennaio 2017, da una valanga che provocò 29 morti. I reati ipotizzati erano: dal disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, falso ed anche depistaggio ed abuso edilizio. In aula le lacrime dei parenti. E le urla: «Vergogna». I giudici sono stati scortati all’esterno da un cordone di polizia. Era notte, buio pesto, bufera e gelo. “La strada era interrotta, i mezzi dei soccorritori incolonnati. Una volta giunti sul posto, i soccorritori si trovarono “il nulla di fronte”. Tutto raso al suolo, tutto ricoperto dalla neve. Sono passati 6 anni e un mese per dire che non ci sono colpe se  29 persone sono morte. 29 morti senza giustizia, senza verità. Morti per caso. Sono le 16.48 del 18 gennaio 2017.  Dal monte Siella, sul versante pescarese del Gran Sasso, si stacca una slavina potente come 5mila tir a pieno carico. Travolge e cancella l’hotel Rigopiano di Farindola. Si porta via 29 vite. “L’Hotel Rigopiano non c’è più, è crollato tutto”. Sono le 17.09 . La  voce di Giampiero Parete gracchia al cellulare, si intuisce a malapena. Indagini interminabili, perizie lente e veleni tra tanti rinvii. Rigopiano 6 anni dopo: 29 morti senza giustizia. Da quel grido disperato L’Hotel Rigopiano non c’è più, è crollato tutto sono passati 6 anni + 1 mese ma non cisono i colpevoli.

L’ho scritto già varie volte.  Ci sono tante cose in questo processo che non mi hanno convinto, fuori processo. Ma questa è la storia del mondo. Ora resta solo una sentenza che provoca dolore e sorpresa, e non possiamo non comprendere i sentimenti dei familiari delle vittime e dei superstiti. Nello stesso tempo abbiamo il dovere di rispettare la sentenza e di prendere atto della decisione del Giudice.  E restano i ricordi di quei giorni che sono ancora molto vivi, come fosse ieri . E la rabbia esplosa ieri alla lettura della sentenza è ancora tanta.  Per me che conosco e frequentavo quei luoghi sono ricordi indelebili. Quel terribile incidente costò la vita a 29 persone, Sono trascorsi già 6 anni dalla tragedia, ma i parenti delle vittime sono ancora in attesa che venga fatta giustizia. Ingiusto. Come definire altrimenti – a 6 anni da una tragedia civile fra le più gravi della storia recente – un processo ancora impantanato nelle schermaglie dell’udienza preliminare, dopo un’inchiesta condizionata dall’ombra del depistaggio di Stato e da veleni tra organi di polizia giudiziaria che hanno rischiato di aggiungere altro sangue alla storia di Rigopiano .  Tempi biblici tra scontri a suon di perizie. Per un totale di 1400 giorni per un “rito abbreviato” E così a 6 anni dalla tragedia di Rigopiano la verità giudiziaria .

Unica sentenza? L’ammenda di 4.650 euro comminata ad Alessio Feniello, padre di una delle vittime, che nel 2018 ha violato i sigilli dell’albergo in rovina per deporre un mazzo di fiori. Il dolore non va in prescrizione né si rinvia. Non resta che  delusione per la sentenza; RABBIA per le parole finalizzate a discolpare i responsabili, coloro che non hanno fatto niente per evitare la morte di 29 persone abbandonate lassù; COMMOZIONE nel ricordare tutto il percorso di quei giorni tragici tra angoscia e speranza, per poi ritrovarsi una condanna all’ergastolo del dolore, fine pena mai.