I principi costituzionali si difendono con la partecipazione democratica
TERAMO – Per il ministro Valditara il problema non è l’aggressione di un gruppo di giovani fascisti, fatta davanti alla scuola di Firenze sabato 18 febbraio durante un pacifico volantinaggio, ma la lettera di una dirigente scolastica che, nello stigmatizzarla, ricorda che lo squadrismo è nato così: da gesti di violenza, trascurati all’inizio, ma cresciuti nella colpevole indifferenza generale.
Il ministro, che non ha speso una parola di condanna nei confronti del pestaggio organizzato da Azione studentesca davanti al liceo classico di Firenze sabato 18 febbraio, ha, invece, criticato la dirigente del liceo fiorentino Da Vinci, la quale ha scritto ai suoi studenti proprio quelle parole che avremmo voluto sentire dal ministro: “Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti”.
Il ministro ha pensato di intervenire sull’episodio per intimidire, minacciando di azioni disciplinari la dirigente che si è limitata a condannare l’accaduto e a ricordare come la violenza vada fermata prima che si ripetano gli errori e gli orrori del passato. Invece il ministro Valditara ha definito ‘ridicole’ le parole della dirigente. Eppure suo compito dovrebbe essere quello di placare il clima di tensione e di odio suscitato dai giovani neofascisti, dovrebbe pronunciare parole esplicite di condanna dell’accaduto, dovrebbe sostenere i dirigenti scolastici nell’esercizio delle loro funzioni educative e affermare chiaramente un messaggio antifascista.
La nostra Costituzione, sulla quale il ministro ha giurato quando si è insediato, richiama esplicitamente i valori della libertà, dell’antifascismo, della partecipazione democratica e l’esercizio della cittadinanza consapevole. Valori e diritti conquistati con grandissimi sacrifici, non concessi. Per questo non possono essere banalizzati.
Ognuno dovrebbe ricordare le parole che Piero Calamandrei pronunciò nel suo Discorso sulla Costituzione,ai giovani studenti nel 1956:
“Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione”.
FLC CGIL TERAMO