PESCARA – “Arriva finalmente il via libera all’abbattimento dei cinghiali che. con l’emergenza Covid, si sono moltiplicati in Italia raggiungendo i 2 milioni di esemplari che spadroneggiano in città e campagne, mettono a rischio la sicurezza delle persone, causano incidenti stradali con morti e feriti, devastano i raccolti e sono pericolosi diffusori di malattie come la peste suina”. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per la sentenza della Corte Costituzionale che permette di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, altri cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, guardie giurate, a patto che siano appositamente formati.
“Nel pronunciarsi sul ricorso al Tar della Toscana di alcune associazioni ambientaliste, la suprema corte ha riconosciuto – spiega Coldiretti – che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere a un epocale cambio di direzione rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni che avevano aperto alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione previsto dalla legge quadro”.
“Accogliamo con favore la sentenza della corte costituzionale su un problema importante che crea disagi non sono al settore agricolo ma mette in pericolo l’incolumità dei cittadini – sottolinea Coldiretti Abruzzo – La proliferazione senza freni dei cinghiali, che nella nostra regione abbiamo stimato in circa 100mila esemplari, sta compromettendo l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali anche in aree di elevato pregio naturalistico”.
“I cinghiali – aggiunge Coldiretti – raggiungono i 180 centimetri di lunghezza, possono sfiorare i due quintali di peso e hanno zanne che in alcuni casi arrivano fino a 30 centimetri risultando assimilate a vere e proprie armi dalle conseguenze mortali per uomini e animali oltre a diventare strumenti di devastazione su campi coltivati e raccolti. Oltre 6 italiani su 10 (62%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%), secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero”.