1. (Pescara, 24-01-2025) La Variante alla SS16,  chiesta all’Anas dal sindaco di Silvi  come nuova strada, si fa con la realizzazione  della 3.a corsia autostradale dell’A14 (ora ferma a S. Elpidio, FM), arretrando il tracciato autostradale attuale, fatto di gallerie e viadotti che sarebbe oltremodo costoso da allargare,  con  un nuovo tracciato autostradale arretrato  di alcuni chilometri dalla costa, anche con uno stralcio parziale urgente tra Roseto e Cappelle – Pescara Nord (tra vallate del Vomano e Tavo), per riorganizzare la viabilità extraurbana della città lineare del medio Adriatico, con il riuso  dell’attuale sede autostradale di A14 a 2 corsie. L’attuale A14, riqualificata con svincoli e connessioni, tra Montesilvano e Pineto, potrebbe diventare l’asse attrezzato Nord tra Pescara e il Teramano. 

 2. Si tratta di un progetto territoriale di livello regionale che riguarda tutte le infrastrutture della mobilità. Riguarda Autostrade, Anas e grande viabilità intercomunale, Ferrovie e Aeroporto d’Abruzzo (si veda la proposta recente dell’aeroporto di Pescara, come hub Ryanair per Roma), da associare però a collegamenti ferroviarie veloci PE-Roma, in corso di realizzazione, e sistema TCSP di trasporto collettivo in sede propria per la mobilità intercomunale metropolitana, PE – CH Scalo, e Francavilla – PE – Silvi. C’è bisogno, finalmente, di completare ed espandere l’asse costiero del trasporto pubblico Strada-Parco, nel sistema urbano dal medio Adriatico.  Il sistema infrastrutturale metropolitano deve essere pronto per il  2027 con la nascita di Nuova Pescara come attuazione del Referendum del 2014, ma il sistema urbano del medio Adriatico deve guardare ad un contestuale progetto di crescita interprovinciale, di ambito regionale, connesso con ferrovie e autostrade, con il coinvolgimento di stakeholder e comunità locali, dell’asse costiero e dei fondovalle fluviali, nel sistema urbano a pettine del medio Adriatico.

 3. Il progetto territoriale non è solo quello dei trasporti e delle infrastrutture della mobilità delle aree urbane costiere, ma anche della mobilità non motorizzata (anche ciclabili Bike-to-Coast, Bike-the-Rivers), e degli itinerari pedonali alberati collina – mare, collina – fiume. Occorre pensare ad un progetto territoriale integrato. trasporti -urbanistica – reti ecologiche verdi e blu – rete dei servizi – tutela ambientale e valorizzazione delle aree interne, che propone l’area metropolitana del medio Adriatico, come hub e centro di servizi, di un’intera città-regione di alto valore ambientale e qualità della vita, accessibile e  inclusiva, europea, ricca di opportunità e competitiva.

4. La regione Abruzzo si presenta con le note caratteristiche naturali di pregio, per le vicine aree metropolitane di Roma e Napoli (parchi, turismo, enogastronomia, qualità ambientale e della vita). A questi “asset” risorse ambientali, deve unire  la infrastrutturazione, accessibilità e dotazione elevata di servizi di un’area metropolitana locale di media dimensione (200-350 mila abitanti), dotata di servizi superiori e di funzioni metropolitane per l’intera regione. A duplice integrazione, delle aree metropolitane di Roma e Napoli e della città – regione Abruzzo. Dotata di funzioni, attività economiche e opportunità analoghe a quelle dei centri di innovazione mondiali  di media dimensione, in cui le attività  economiche innovative (fieristiche, congressuali, universitarie, di ricerca e sviluppo) si  sposano con un’alta qualità ambientale e la media dimensione (Silicon Valley, Redmond-Seattle, Friburgo-Foresta Nera, Montpellier-Camargue, ma anche, in Italia, Rimini-Riccione, Perugia,  Brescia, Bergamo). Città equilibrate, integrate, ben infrastrutturale e alta qualità ambientale. Città per vivere e lavorare. Un’alternativa sostenibile e c apprezzata, ai problemi delle grandi aree urbane. 

 

5. Forse il punto debole della possibilità di innovazione è la scarsa lungimiranza e debole capacità di assumere responsabilità della sua classe dirigente (vedi l’inerzia decennale su Area ex Stazione di Pescara, Strada Parco, creazione di Nuova Pescara) insieme al campanilismo comunale dei tanti “Abruzzi”, che ancora si sentono dei bacini  isolati e ostili, molto paesani e poco europei. Ma tutto cambia, ed è il caso di ascoltare di più abitanti e portatori di interesse, molto più avanti dei propri eletti. Occorre rivedere e ripensare questo modello Abruzzo, statico e poco innovativo, guardando alle diversità come opportunità e risorsa da valorizzare.

 

di Giuseppe Di Giampietro