Oddio, ma poveri ebrei. Oddio ma quanto dolore. O quanto mi dispiace, poveretti. Ma quanta barbarie. Ma che cattivi i nazisti.
Che orrore i campi nazisti. Ma che cattivi i nazisti.
Quanto, dolore dietro il muro di Berlino. Ma che cattivi i nazisti comunisti.
Quante stragi nascoste dai campi di sterminio in Jugoslavia. Preghiamo. “Mai più” . “Nie wieder“. “Never again” . “Nunca más” . “Plus jamais . Preghiamo.
Ma quanti bambini e quante donne oggi, ora, in questo istante, tra la neve, senza coperte, spesso senza cibo, sono in lacrime davanti ai muri di filo spinato che si alzano nel cuore dell’Europa. C’è un’involontaria ironia nella scelta di ponti fantastici come immagine simbolo delle nuove banconote dell’euro: in realtà, sono innumerevoli i muri che si stanno elevando sul lato orientale, e non solo, del continente europeo. L’Europa, ma anche il mondo, ha centinaia di chilometri di muri e barriere elettrificate erette ai confini. Paradossalmente gli ultimi vent’anni, quelli dopo la caduta del muro di Berlino, sono stati particolarmente prolifici; ma se quello aveva lo scopo di impedire la fuga a chi abitava nel blocco orientale, i muri odierni servono ad impedire ad altri di entrare.
L’area Schengen è il più imponente muro virtuale al mondo, che ha voluto erigere barriere all’interno del suo territorio; e sono stati creati 1.000 chilometri di muri e filo spinato. Tra Ungheria e Serbia , in Slovenia, Austria, e Macedonia, che hanno fatto lo stesso ai loro confini. Anche la Bulgaria ha innalzato quasi 176 chilometri di recinzione di filo spinato lungo il confine con la Turchia. Poi l’Estonia con i suoi 110 chilometri di barriera hi-tech lungo il confine con la Federazione russa, poi i 90 chilometri di filo spinato in costruzione alle frontiere lettoni e il “Muro europeo” voluto dall’Ucraina, infine la Lituania. Anche la Grecia ha completato la costruzione di una barriera di 40 km alla frontiera con la Turchia che ha terminato la costruzione di un muro lungo il confine con l’Iran per prevenire l’arrivo di migranti afgani.
Ma tra i tanti muri nel mondo, c’è quello più vergognoso e ingiusto in una classifica degli orrori: quello costruito da Israele nei Territori palestinesi occupati. Alto 13 metri e lungo 570 km, il muro parte dal nord della città palestinese di Tulkarem, scendendo poi verso i quartieri palestinesi di Gerusalemme fino a sud di Betlemme. Il muro dovrebbe seguire la linea di separazione tra Israele e Cisgiordania, chiamata Linea Verde, che segna le frontiere precedenti alla guerra dei sei giorni del 1967.
Sulla costruzione del muro, la Corte Internazionale di Giustizia nel luglio del 2004 ha definito questo muro illegale costituendo in primis l’annessione de facto di territorio palestinese all’interno di Israele (a questo proposito, i dati ONU del 2020 hanno dimostrato come già il 19% del territorio palestinese sia stato inglobato all’interno di Israele), ed ostacolo al diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, oltre a non seguire la Linea Verde.
A sottolineare l’illegalità di questo muro, nonché la debolezza della giustificazione di Israele, sono le colonie israeliane che vengono costruite a ridosso del muro, rispondendo così alla politica israeliana di accerchiamento delle città palestinesi racchiuse dal muro. Colonie israeliane che, c’è da ricordare, sono illegali come disciplinato dall’articolo 49 della IV Convenzione di Ginevra del 1949. Senza il rispetto della legalità non può esserci giustizia, e senza giustizia non può esserci pace.