TERAMO – Questa mattina, in Provincia, si è svolto un tavolo istituzionale sulla vicenda della chiusura del punto vendita Cisalfa al centro commerciale, convocato congiuntamente dal Comune e dalla Provincia e al quale hanno preso parte, oltre ai sindacati, anche il servizio vertenze della Regione Abruzzo, presente in videocollegamento. Assente, per altri impegni, la proprietà, che sarà nuovamente riconvocata a breve.
Sul tavolo, oltre alla vertenza Cisalfa, che interessa 10 unità di personale, di cui 8 a tempo indeterminato, e che rischia di generare importanti risvolti sia in termini occupazionali che di difficoltà economica per i lavoratori interessati, anche le più generali questioni che in questi anni hanno portato altre e diverse aziende a chiudere i propri negozi all’interno del centro commerciale. Obiettivo del tavolo è infatti quello di mettere in campo soluzioni condivise che tutelino i lavoratori e garantiscano una maggiore stabilità occupazionale.
Nel corso della riunione, in particolare, i sindacati hanno espresso le loro preoccupazioni in merito al futuro dei lavoratori, rappresentando come la chiusura sarebbe dettata non da una situazione di crisi del punto vendita ma dai costi dell’affitto del negozio, ritenuti dall’azienda troppo elevati.
“L’azienda, nonostante sia in attivo, ha comunicato, con una decisione improvvisa, di chiudera il punto vendita da fine gennaio, lasciando senza lavoro 10 dipendenti – hanno detto il segretario generale della CGIL Pancrazio Cordone e il segretario generale della FILCAMS CGIL Vincenzo Quaranta -. Se l’aumento dell’affitto rappresenta un problema reale, riteniamo che quest’ultimo non possa essere scaricato sui lavoratori. Così come riteniamo particolarmente grave aver sostituito i lavoratori in sciopero con personale da fuori regione, azione che si configura come una chiara condotta antisindacale”.
Una situazione a fronte della quale la CGIL, che ha successivamente inviato un’apposita nota al Prefetto, al Nucleo Ispettorato del lavoro, al Sindaco, al Presidente della Provincia e all’Assessore regionale alle Attività Produttive, ha chiesto ufficialmente l’impegno delle istituzioni, in vista dei successivi giorni di sciopero, che proseguiranno fino al 31 dicembre, “di far si, nei margini dei rispettivi ruoli istituzionali, che venga garantito il diritto di sciopero alle lavoratrici e ai lavoratori”.
Nel corso dell’incontro Comune e Provincia hanno fatto proprie le preoccupazioni espresse dal sindacato, stigmatizzando il comportamento dell’azienda, che sarà riconvocata per affrontare tutte le questioni sollevate dai rappresentanti dei lavoratori, a partire dalla necessità di intavolare una discussione con chi subentrerà a Cisalfa per l’eventuale riassuzione dei lavoratori e delle lavoratrici attualmente impegnati nel punto vendita, e registrato la disponibilità della Regione ad aprire un secondo tavolo all’interno del servizio vertenze dell’ente per cercare di trovare una soluzione condivisa.
“Condividendo le preoccupazioni di lavoratori e sindacati ci siamo immediatamente attivati per convocare questo tavolo di confronto, al quale purtroppo oggi non era presente nessun rappresentante di Cisalfa – sottolinea il primo cittadino – riconvocheremo l’azienda e faremo tutto il possibile, anche andando oltre le nostre competenze, per cercare di individuare soluzioni che non vadano a gravare sui dipendenti. Riteniamo gravissima la decisione assunta dall’azienda di sosotiturie i lavoratori in sciopero. Sciopero che, ricordiamo, rappresenta un diritto costituzionalmente garantito. Della vicenda ho interessato, questa mattina, anche la Prefettura di Teramo che ha dato la propria disponbilità a farsi parte attiva in questa vicenda”.
“Le questioni da affrontare sono molteplici – ha aggiunto il vicepresidente della Provincia Andrea Core – oltre alla chiusura del punto vendita di Cisalfa, che rappresenta l’emergenza alla quale dare oggi una risposta, c’è una questione più generale che interessa il centro commerciale nel suo complesso. Quella di cui discutiamo oggi, infatti, non è che l’ultima chiusura in ordine di tempo di un punto vendita all’interno dello stesso centro commerciale e crediamo che la situazione vada affrontata con un’attenta analisi con l’obiettivo di tutelare i lavoratori e la qualità del lavoro”.