TERAMO – Il 25 Novembre ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Per l’occasione, il Comune di Teramo e il club di Teramo di Soroptimist International Italia hanno organizzato un momento di riflessione e confronto che si terrà sabato 26 Novembre, alle ore 10:00, al Castello Della Monica. Il tema della mattinata sarà “Violenza silenziosa…oggi come allora. Uno sguardo sulla violenza psicologica alle donne“.

Dopo i saluti istituzionali del Sindaco Gianguido D’Alberto e del Vescovo Lorenzo Leuzzi, ad aprire i lavori sarà la Presidente del club Soroptimist Teramo, la dottoressa Italia Calabrese.

Interverranno, come relatori, la dottoressa Giovanna Guercio, Presidente Soroptimist International Italia, che parlerà della violenza psicologica, il Sostituto Procuratore Laura Colica, che illustrerà gli aspetti penali legati alla violenza psicologica, lo psichiatra, psicoterapeuta ed ex Direttore del Dipartimento di salute mentale della Asl di Teramo Nicola Serroni, che spiegherà come riconoscere i segni della violenza psicologica e come combatterla.

A chiudere la mattinata sarà la lettura di alcune missive scritte da donne ricoverate nell’ex manicomio, a cura della giornalista Tania Bonnici Castelli. A moderare l’incontro sarà il giornalista Rino Orsatti.

Si tratta di un’iniziativa particolarmente importante, nata nell’ambito di un rapporto istituzionale con il Soroptimist di Teramo che si è sviluppato durante questi primi quattro anni del nostro mandato – sottolinea il Sindaco Gianguido D’Alberto – un rapporto costante he ci ha permesso di affrontare con continuità il tema della violenza di genere. Nell’ambito di questo percorso, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, abbiamo organizzato un’iniziativa che va ad affrontare un tipo di violenza, quella psicologica, che troppo spesso non viene riconosciuta o non considerata nella sua gravità. Grazie al coinvolgimento di professionalità che sono in primissima linea nell’intercettare questa forma di violenza, l’incontro si concentrerà su come riuscire ad individuarla, a combatterla e laddove possibile a prevenirla. Grazie alla lettura di tutta una serie di elaborati ricorderemo inoltre, attraverso la sofferenza delle donne che vi sono state ricoverate, la storia dell’ex manicomio dove troppo spesso venivano di fatto abbandonate donne che venivano considerate pazze solo perché la società le riteneva non “corrispondenti” ai canoni dell’epoca in cui vivevano. Vista l’importanza del tema, siamo particolarmente felici di ospitare l’incontro al Castello Della Monica”.

Il Soropstimist International pone ogni anno l’attenzione su una delle diverse forme di violenza sulle donne – spiega la Presidente del club Soroptimist Teramo Italia Calabrese – lo scorso anno, in occasione delle celebrazioni dell’anno di Dante, nella nostra città ci siamo interessati della figura della donna nel 1300, mentre quest’anno abbiamo voluto accendere i riflettori sulla violenza psicologica, che rappresenta una forma di violenza sommersa, nascosta, di cui spesso non si parla, i cui dati reali non sono mai adeguatamente noti ma che serpeggia quotidianamente nelle case. All’interno di questo discorso abbiamo deciso di approfondire anche il tema della violenza psicologica che subivano da parte delle famiglie le donne ricoverate nell’ex manicomio di Teramo. Perché queste donne scrivevano alle loro famiglie che in realtà non volevano ricevere alcuna informazione su di loro. Tutta la campagna nazionale del Soroptimist International quest’anno è centrata sulla violenza domestica, sulla violenza psicologica, su quella forma di violenza silenziosa che inizia in una vita di relazione quando le persone che possono essere i nostri compagni di vita, i nostri colleghi, iniziano ad esempio a svalutarci o a ridere di noi. Questo è il primo passo per l’avvio di un processo di violenza, che di fatto poi ha sulla donna gli stessi effetti di una violenza fisica: abbassa l’autostima, porta la donna a chiudersi, a non voler fare più una vita di relazione, a sentirsi inadatta, fino a un isolamento e a un mutismo nel quale vive poi tutto il suo dolore”.