TERAMO – Dopo la celebrazione del trentennale della sua costituzione, con un ambizioso e maestoso Te Deum di Hector Berlioz, l’esecuzione con grande successo del Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart e la Messa in Sol maggiore D 167 di Franz Schubert, una delle “chicche” del repertorio della musica sacra tedesca, l’Associazione Corale Santa Cecilia di Teramo continua la felice collaborazione con il Coro Ventidio Basso di Ascoli Piceno e l’orchestra Benedetto Marcello di Teramo, proponendo anche quest’anno concerti unici del loro genere, con opere tratte sempre dal barocco viennese, che esprimono tutto il genio creativo di quello che si può definire il suo massimo esponente, Wolfgang Amadeus Mozart.
Il primo appuntamento è per Domenica 25 novembre nella Basilica Cattedrale S. Maria Assunta a Teramo alle ore 21.00. Il secondo invece si terrà sabato 8 dicembre nella Chiesa S. Maria Assunta a Silvi Marina alle ore 21.00
Nella ‘Grande Messa in Do minore KV 427’, le parti dei soli saranno affidate al quartetto di solisti: Tania Buccini – soprano, Anna Rodomonti – mezzosoprano, Nunzio Fazzini – tenore, Francesco Baiocchi – basso. Maestro del coro è il M° Giovanni Farina, dirige il M° Maurizio Vaccarili. I concerti saranno preceduti da una riflessione spirituale di S.E. Monsignor Lorenzo Leuzzi, Vescovo di Teramo-Atri. L’ingresso è libero.
La Grande Messa in Do minore KV 427 (1782-1783) è un’opera incompiuta, composta da Mozart come voto per la guarigione della futura sposa Constanze Weber e non su commissione come la maggior parte delle altre sue opere, ma proprio per questo motivo e per le pressanti richieste dei committenti, l’opera non fu mai completata e rimase incompiuta. L’autore, libero dai vincoli stilistici imposti dall’arcivescovo Colloredo, esprime fantasia e ispirazione inusuale rispetto alla produzione precedente.
La Grande Messa si compone di brani scritti per coro, soli e orchestra, in cui il primo si divide da 4 fino a 8 voci, nel susseguirsi di momenti struggenti e di forte pentimento, pervasi da una palpabile aura mistica (Kyrie, Qui Tollis), fino ad arrivare ad esplosioni di gioia e redenzione, in cui il barocco si innalza nel suo massimo splendore (Gloria, Osanna). La composizione si chiude con un Agnus Dei che riprende la musica del Kyrie e termina l’opera con un ritorno alle origini, come a significare che tutto ha un inizio ed una fine, a cui segue un altro inizio: il cerchio della vita.
L’evento è sponsorizzato dalla Fondazione Tercas che da anni contribuisce alla realizzazione di programmi di prima qualità della Corale Santa Cecilia.