ARQUATA DEL TRONTO – 24 AGOSTO 2016. Alle 3:36 una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devasta i Comuni di Amatrice, Accumoli (Rieti) e Arquata del Tronto (Ascoli Piceno).

E’ l’inizio di quella che l’Ingv definirà la sequenza sismica Amatrice-Norcia-Visso. L’epicentro è tra Accumoli e Arquata del Tronto, due Comuni distanti pochi km tra Lazio e Marche. Viene praticamente rasa al suolo Pescara del Tronto, frazione di Arquata. Sotto le macerie restano 299 vittime: 237 ad Amatrice, 51 ad Arquata (quasi tutte nella frazione di Pescara) e 11 a Accumoli. E’ il culmine della stagione
turistica, nei territori colpiti si trovano visitatori ed ex residenti tornati nelle seconde case per la stagione estiva.
Ingenti i danni a case, edifici pubblici, imprese, strade, beni culturali non solo nei tre Comuni, ma anche nei centri vicini, e anche in Umbria (la stessa notte viene registrata una scossa di magnitudo 5.4 a Norcia) e Abruzzo. I primi sfollati vengono accolti negli alberghi di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), lungo la costa. Viene stilato un elenco di 62 Comuni compresi nel cratere sismico.
– 4 OTTOBRE 2016 – A sorpresa papa Francesco visita le zone colpite: le sue immagini davanti alle rovine di Amatrice e di Pescara del Tronto fanno il giro del mondo
– 26 OTTOBRE 2016 – Due scosse con epicentro tra i Comuni di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera (Macerata), devastano l’area dell’Appennino umbro-marchigiano: la prima alle 19:11 con magnitudo 5.4 e la seconda alle 21:18 con magnitudo 5.9. Ci sono danni e crolli anche nelle località circostanti. A Camerino un campanile si abbatte su una casa: al momento del crollo non c’è nessuno, gli occupanti erano usciti dopo la prima scossa.
– 30 OTTOBRE 2016 – Alle 7:40 una scossa di magnitudo 6.5, la più forte registrata in Italia dopo il terremoto in Irpinia, con epicentro tra Norcia, Preci (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata), fa crollare la basilica di San Benedetto a Norcia, distrugge la frazione di Castelluccio di Norcia e fa peggiorare i danni segnalati in tutta l’area sino ad Arquata del Tronto e Amatrice. Inagibili gli ospedali di Tolentino
(Macerata) e Amandola (Fermo). Il movimento tellurico viene avvertito in tutta Italia, fino in Austria e lungo la costa balcanica. Non ci sono vittime, ma il numero dei Comuni danneggiati sale a 131, il cratere sismico comprende Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo e gli sfollati sono decine di migliaia. La scossa provoca inoltre effetti idrogeologici sulla portata del fiume Nera e una spaccatura sul monte Vettore.
– 18 GENNAIO 2017 – Quattro scosse fanno tremare la terra in Abruzzo, in provincia dell’Aquila: la prima alle 10:25 di magnitudo 5.1 con epicentro a Montereale; la seconda di magnitudo 5.5 alle 11:14 con epicentro a Capitignano; la terza alle 11:25 di 5.4 con epicentro a Pizzoli; la quarta di magnitudo 5.0 alle 14:33 con epicentro a Cagnano Amiterno. Ci sono altri danni e crolli, compreso quello del campanile della
chiesa di Sant’Agostino a Amatrice: ci sono state abbondanti nevicate e una persona muore nel crollo di una stalla. Alle 17:40 una valanga si abbatte sull’Hotel Rigopiano a Farindola (Pescara), dove restano intrappolate 40 persone: 11 i sopravvissuti, 29 le vittime.
– 11 APRILE 2018 – Una scossa di magnitudo 4.6, la più potente dal novembre 2016 nel Maceratese, con epicentro a 2 km da Muccia (Macerata), a una profondità di 9 km, sveglia gli abitanti che si riversano in strada e viene avvertita anche in altre località delle Marche.
– 16 LUGLIO 2021 – Due scosse di terremoto, la prima di magnitudo 2.6 e la secondo di 3.6 vengono registrate nella zona
di Norcia dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Secondo alcuni testimoni vengono recedute da un boato – ANSA –

ANCONA – “Ad oggi sono stati autorizzati e finanziati circa 10.500 cantieri, la metà conclusi e l’altra metà in corso d’opera. I 5mila cantieri conclusi hanno permesso di consegnare oltre 12mila abitazioni e quindi il rientro a casa di altrettante famiglie, mentre altre 13mila abitazioni sono in fase di recupero“. A fare con l’ANSA il punto sulla ricostruzione post sisma 2016, alla vigilia del quinto anniversario della prima grande scossa, che il 24 agosto distrusse Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto, provocando 299 vittime, è il commissario straordinario, Giovanni Legnini, dando un’anticipazione del terzo Rapporto sulla Ricostruzione del Centro Italia presentato alla stampa lunedì 23 agosto.
Le domande di contributo al momento presentate – aggiunge il commissario – sono al momento circa 20 mila, di cui, appunto, la metà approvata, e possiamo dire che siamo nella prima parte della fase della ricostruzione, ma ormai la ricostruzione privata è decollata”. “Nei primi sei mesi di quest’anno abbiamo autorizzato l’apertura di 3.200 cantieri, ma adesso – sottolinea – abbiamo la sfida più ardua, quella dei centri storici distrutti dove si stanno muovendo i primi passi anche con le ordinanze in deroga“. Ma ci sono alcuni elementi di preoccupazione: “ad esempio la saturazione delle imprese edilizie che cominciano a scarseggiare e l’aumento vertiginoso dei prezzi dei materiali“. L’altra grande sfida è la ricostruzione pubblica: “Abbiamo 1.400 cantieri pubblici già finanziati, una parte sono stati attratti dalle ordinanze in deroga per velocizzare il processo“, dice il commissario, citando anche il recupero dei dissesti idrogeologici e dei beni culturali. Intanto una delle città-simbolo del sisma del Centro Italia, Amatrice, “è pronta ad essere ricostruita, grazie anche allo strumento delle ordinanze in deroga”. Già oggi sono “aperti 200 cantieri e diverse opere sono state completate. Partirà il programma da 49 milioni di euro per il centro storico: previsto un grande tunnel dei sottoservizi, molto innovativo, un’opera concreta della nuova Amatrice, ma anche simbolica“. Complessivamente, per l’area del sisma che interessa Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, “se riusciremo a mantenere questo ritmo, nei prossimi anni possiamo legittimamente sperare ad essere una delle ricostruzioni di più ragionevole durata, non uso il termine veloce perché evoca fretta“, sottolinea Legnini. “La ricostruzione più veloce della nostra storia, dopo una catastrofe causata dai terremoti, è quella del Friuli ed è durata circa 15 anni. Noi, a 5 anni di distanza dal primo evento, scontiamo un ritardo, ma oggi possiamo dire che stiamo recuperando“, insiste. Ricostruzione che “dovrà viaggiare di pari passo con il Pnrr”, ricordando il miliardo e 780 milioni di euro per le aree colpite dai terremoti del 2009 e del 2016-2017 nel Centro Italia, che “grazie al Fondo complementare al Pnrr si aggiungono alle risorse già stanziate per la ricostruzione delle case e delle opere pubbliche, e agli altri investimenti previsti dal Recovery plan“.
Questi territori hanno un’opportunità storica di rinascere” incalza il commissario: “già oggi, con 5mila cantieri in corso, quello del Centro Italia è tra i più grandi cantieri, se non il più grande, d’Europa”. E a proposito del ripopolamento dell’Appennino centrale, Legnini evidenzia due “macro obiettivi: la ricostruzione e un programma di rinascita economico sociale improntato ai principi della sostenibilità e della transizione ecologica, digitale ed energetica” – di Gianluigi Basilietti – ANSA