TERAMO – Ha perso la vita in una maniera incomprensibile un ragazzo di 33 anni, teramano di Miano. Si chiamava Stefano Pirocchi, operaio, era stato calciatore juniores della locale squadra di calcio ed era ancora molto attivo nello sport. Da anni, chi lo conosceva, lo vedeva correre periodicamente, anche di buon’ora, per tenere alto il suo stato fisico, che era importante. Era figlio di Leandro, pure lui in passato calciatore del Miano prima di perdere la vita tragicamente, fulminato da un infarto. Non era sposato: Stefano lascia la mamma ed un fratello, parrucchiere.
Ieri sera partecipava ad una conviviale privata, tra amici, nelle prossimità di una piscina, a Porto Sant’Elpidio. Stamane, alle prime luci dell’alba, il giovane è stato rinvenuto sul fondo della stessa, con i soccorsi arrivati quando oramai era troppo tardi. Non è dato sapere se sia morto per annegamento, come appare probabile, magari a seguito di un malore: è questa la prima ipotesi.
Certo è che Miano è sgomenta: si sta chiedendo come sia possibile che per il “maratoneta”, così era soprannominato, sia finita in questa maniera. Da aggiungere, peraltro, che l’intera comunità non potrà porgergli l’ultimo saluto, come avrebbe tanto desiderato per il rispetto dovuto ad un “ragazzo davvero d’oro”, a causa dell’inagibilità della Chiesa, per la quale, peraltro, basterebbe pochissimo per restituirla alla frazione.
Attualmente il corpo di Stefano è nell’obitorio dell’ospedale di P.S. Elpidio: per martedì è stata disposta l’autopsia – foto Il Centro