TERAMO – Leggo della tua netta posizione a favore della sponsorizzazione del Città di Teramo da parte della Sapori Veri, anche se una minoranza non la condivide…

  • Io la accolgo con piacere ma rispetto anche chi non la vede così; invece di fare ostruzionismo, però, dovrebbero fare altrettanto loro. Da sponsor, poi, qual è il problema? Ricordiamoci che a Teramo quando si devono cacciare dei soldi sono tutti poveri e dirò di più: sarei favorevole anche se entrasse in società, Luciano Campitelli, che non ha rubato nulla a nessuno e che se ancora ci ricorda Savona ha saldato il debito. Io penso che nella vita abbiamo commesso tutti degli errori e che, pertanto, tutti dovremmo essere bannati. Basta con i protagonismi! Teramo – aggiunge – non ne ha bisogno e la famosa massima “…a noi va bene anche la Terza Categoria…” non vale per tutti, me compreso. Chi volesse acquisisse il logo del Teramo Calcio, che è libero, e si facesse un proprio campionato, trovandosi anche il campo.

A proposito… questione stadio, che idee hai maturato? Si risolverà?

  • Sono stato un cattivo profeta, anche se la genesi la conosciamo tutti e risale al 2008. D’Alberto ha invece sbagliato quando nel 2019 poteva sanarla nello gestire il passaggio da una società ad altra. Io spesso critico il nostro Sindaco ma lo faccio anche e soprattutto per spronarlo, pur sapendo che più di tanto non può, gestendo soldi pubblici. Poi le regole, avendone titolo e quindi in maniera legittima, le detta il Gestore.

L’operato della società biancorossa in fase di mercato ti soddisfa?

  • Io a Di Antonio non posso dire nulla di nulla. All’inizio certe frasi da bar mi avevano quasi condizionato negativamente ma i fatti le hanno smentite ed oggi ammetto che sta lavorando bene e con logica. L’opera di ampliamento della base societaria prosegue e potrebbe essere proprio quella a dare il là ad un futuro roseo. L’aspetto tecnico? Se partiamo dall’assunto che quest’anno non si potrà puntare alla vittoria del campionato (figuriamoci se si debba rifiutare una sponsorizzazione importantissima) sono soddisfatto.

Tornerai allo stadio a prescindere dall’impianto?

  • No. Con questo marasma non mi va. Andare allo stadio dovrebbe equivalere a momenti di svago e di tifo biancorosso. Nella nostra città ricca di metastasi, invece, siamo troppo spesso avversari di noi stessi. Resterò a casa, dopo aver girovagato per lustri e lustri l’Italia intera.