TERAMO – Le prescrizioni imposte per la gara tra Città di Teramo e Santegidiese in programma domani, impedirà d’essere presente sugli spalti del “Gaetano Bonolis” a tutti coloro che, per svariati motivazioni, non risiedono nei Comuni del capoluogo o di Sant’Egidio alla Vibrata.
Conosciamo poco il bacino della tifoseria ospite, ma conosciamo molto bene quella che riconduce alla squadra biancorossa: è molto vasto e non è sicuramente circoscrivibile al solo Comune. Non è un caso che in redazione, tra ieri sera e stamane, abbiamo ricevuto una decina di telefonate da parte di coloro che tifano Teramo ma che risiedono in provincia, tutti ovviamente più che rammaricati del fatto che non potranno assistere alla partita.
Le loro colpe? Non ce ne sono ma patiscono il fatto che l’anticipo di domani è considerato gara a rischio anche al “Bonolis”, dove i vibratiani potrebbero accedere comodissimamente “sfiorando” l’impianto, come era stato per il Giulianova nei due precedenti incontri, quando limitazioni di questo tipo non erano state adottate.
Se poi l’essere gemellati con una tifoseria avversa a quella del Città di Teramo è sufficiente per “fermare” anche i tifosi di casa non residenti, allora c’è da chiedersi se avere lo stadio più sicuro del campionato (nel 90% anche rispetto ad impianti di categorie superiori – ndr -) debba costituire un handicap a danno del Città di Teramo e di buona parte dei suoi tifosi.
Senza ricordare che nella gara di andata, sugli spalti, c’era una sola tifoseria.