… E meno male che il Sindaco Gianguido D’Alberto aveva chiesto calma e di evitare esternazioni. Dopo la riunione di maggioranza di lunedì scorso, la settimana è stata tutt’altro che tranquilla, accesa da talune dichiarazioni bi-partisan o a mezzo stampa o a mezzo social, dove non si è fatto in tempo a scriverle che erano già pronte le repliche bellamente confezionate per i ghiottoni della “vis” polemica locale.
Ma si può andare avanti così? Ed è davvero questo il livello dell’attuale classe dirigente politica cittadina? Una telenovela sul “nulla mischiato al niente” che, francamente, sta annoiando pure chi si accinge a scrivere. Agli occhi della città anche Il Sindaco è consapevole che si sta facendo davvero una brutta figura e che ora sia tempo di smetterla, di dire basta e di tirare fuori maggiore autorevolezza. Anche di bastonare, se occorre, e di ripartire da zero. Gianguido D’Alberto, finora, ha gestito con pazienza e pacatezza le questioni, facendo sfogare i suoi consiglieri se occorreva e dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Ma, dato che fino ad ora la strategia non ci sembra abbia funzionato, forse ci si dovrebbe chiedere se è il caso di modificare qualcosa e da qui il probabile cambiamento di rotta che avverrà dalla prossima settimana (?). Perchè (finalmente) anche il Primo cittadino non ne potrebbe davvero più: Gianguido ha intanto convocato tutti a rapporto nella settimana prossima, forse all’interno della stessa conferenza di capigruppo, per parlare di questioni politiche e per cercare di trovare una sintesi, una mediazione tra le parti, ripartendo dal programma per le amministrative. Perchè proprio quei punti programmatici suggellarono l’ampia alleanza civica, lo scorso anno, attorno alla sua figura.
Teramo 3.0, accusata di avere appoggiato il centrodestra in Regione, ogni giorno che passa va ricordando che l’accordo fu fatto a suo tempo su Teramo e per Teramo, e non prevedeva di votare compatti per ogni tornata elettorale. Il resto della maggioranza parla invece di trasformismo ed opportunismo, e non passa giorno che chieda “la testa” della Vice Sindaco Maria Cristina Marroni.
Il Sindaco ha provato a sottolineare come una crisi amministrativa non possa aprirsi per questioni che non si leghino prettamente alla politica amministrativa dell’Ente, ma a nulla è valso. Da qui la necessità di mettere la parole fine alle polemiche e di ripartire proprio da quei punti del programma, e solo da quelli. Ma una sintesi potrebbe riguardare anche le prossime strategie per le elezioni provinciali.
Una cosa comunque è certa: nella maggioranza, taluni rapporti, sono cosi’ logori che non si trasformeranno mai in positività. Non è oramai un segreto che ci si sopporti a malapena e che si cerchi di trovare strade alternative da mesi. A suo tempo si era parlato di rimpasto (con l’ingresso del gruppo di Mauro Di Dalmazio), erano spuntate voci su un documento-mozione contro Teramo 3.0, ma non è mai accaduto nulla, in una sorta di “regola” del cambiare tutto per non cambiare niente. Perchè il Primo cittadino che guarda, osserva e scruta, è consapevole che la stessa città non digerirebbe il cambiamento agognato da taluni, perchè, allora sì, che sarebbe a rischio la tenuta della maggioranza.
Meglio un Teramo 3.0 oggi che un “Dalmata” domani? Forse D’Alberto è consapevole anche di questo e perciò la pazienza di alcuni, in maggioranza, dovrà essere molto, ma molto lunga. Perchè la luna di miele non è ancora finita e D’Alberto non ha intenzione di farla terminare anzitempo, evidentemente.