TERAMO – A più di un anno dall’approvazione dello “Sbloccacantieri” non sono ancora applicate le norme di semplificazione che renderebbero molto più veloce le procedure di approvazione dei progetti e si continua a non tenere conto delle disposizioni, notevolmente positive per la ricostruzione privata, introdotte dal Decreto legge 123 del 2019 e dalla successiva ordinanza licenziata dal Commissario straordinario, Piero Farabollini, il 19 dicembre del 2019.
A sottolinearlo è l’ingegnere teramano Emidio Delli Compagni, impegnato dalla prima ora con le pratiche della ricostruzione e pronto a debuttare con un canale on line completamente dedicato alle procedure post sisma. “Abbiamo creato una comunità di portatori di interesse, vogliamo mettere in rete i Comitati che si sono formati nelle altre Regioni del Centro Italia per fornire informazioni dettagliate e puntuali sulle procedure aiutando gratuitamente chi ha bisogno a superare le criticità legate alla ricostruzione privata” afferma.
I Sindaci, che per tre anni hanno chiesto di poter svolgere un ruolo diretto con la presa in carico delle pratiche sisma, ora possono farlo; le verifiche e i controlli sulla correttezza delle richieste presentate, a differenza di quanto continua ad accadere, devono essere fatte a valle, a campione e non a monte e su tutte.
Il decreto legge n° 123/2019, infatti, prevede a carico dell’USR e dei Comuni che istruiranno le pratiche il solo controllo di legittimità mentre la definizione del dossier tecnico-amministrativo con la quantificazione dei danni e dei contributi è in carico ai tecnici incaricati.
L’ ordinanza commissariale sulle semplificazioni è in corso di bollinatura da parte della Corte dei Conti ma le disposizioni sono già effettive dall’approvazione da parte della cabina di coordinamento avvenuta nello scorso 19 dicembre, compresa quella che all’art. 12-bis al Decreto Legge n° 189/2016 prevede l’autocertificazione dei tecnici: una scelta che consente una forte velocizzazione delle procedure e dei controlli.
“Chi amministra gli enti locali e chi governa le procedure deve assumersi la responsabilità delle decisioni e delle scelte – afferma l’ingegnere Emidio Delli Compagni – bisogna ribaltare le logiche di una burocrazia difensiva che appesantisce arbitrariamente con richieste improprie i dovuti controlli che continuano ad essere organizzati in maniera inefficiente con richieste di documentazioni non previste né dalle ordinanze né dalla legge. Richieste che appesantiscono le ingenti spese di assistenza per gli sfollati e scoraggiano tecnici e cittadini danneggiati: prova ne sia che le richieste di ricostruzione continuano ad essere ben al di sotto del numero degli edifici danneggiati. Si deve aggiungere che le richieste di chiarimenti ed integrazioni da parte dell’Ufficio per la ricostruzione non tengono conto del fatto che si deve operare avendo a riferimento linee procedurali e disposizioni che devono essere note ad entrambe le parti mentre troppo spesso le richieste avanzate dagli uffici non sono previste da nessuna ordinanza e da nessuna legge e non sono contenute nel MUDEC, la piattaforma attraverso la quale si presentano le domande”.
Gli ultimi dati. Sono attese 18000 richieste contributi; ad oggi ne sono pervenute 1700 anche a causa di una carente informazione e dello scoraggiamento di privati e tecnici rispetto alle procedure. Per l’edilizia privata l’USR di Teramo produce circa 30 decreti/concessione contributo al mese (360/400 istruttorie l’anno). Anche raddoppiando il personale si ottengono 780/800 pratiche l’anno. La ricostruzione, con questo passo, finisce fra 25 anni.
Una considerazione finale, Emidio Delli Compagni, la formula sulla questione della sostituzione del Commissario Nazionale della Ricostruzione: “I Sindaci, ora, chiedono un nuovo Commissario, sarebbe la terza sostituzione in tre anni – dichiara – mi pare che qui si continui a spostare il problema. Le leggi ci sono, le ordinanze sono state fatte, bisogna applicarle; la ricostruzione è un processo in divenire fatto di tanti aggiustamenti ma intanto bisogna lavorare, Sindaci e Uffici per la ricostruzione devono assumersi le proprie responsabilità. Sostituire continuamente il Commissario risponde unicamente ad esigenze di natura politica e non aiuta certo il processo che viene interrotto continuamente da cambi di governance. Mentre si discute di un nuovo Commissario, scelta che avrà i suoi tempi perché frutto di mediazioni fra le forze di maggioranza del Governo, si paralizzerà di nuovo la struttura commissariale che si sentirà sub judice e l’eventuale nuovo Commissario avrà bisogno di altri mesi per prendere dimestichezza con i processi della ricostruzione e con la lunga filiera della governance. Insomma si procede a passo di gambero e non mi pare che questo sia utile ai terremotati”.