ATRI – Scomoda addirittura Dante Alighieri e l’incipit della sua Divina Commedia (Nel mezzo del cammin di nostra consiliatura…), il Circolo Pd di Atri per descrivere la situazione politica della città, soprattutto relativamente al PNRR che sarà gestito prevalentemente dagli Enti Locali. “Vi state attrezzando con una struttura tecnica, magari intercomunale, in grado di progettare e gestire?”, domanda a tal proposito il Pd. “Tutti sanno che il dopo Covid, può essere una grande opportunità unica e irripetibile per programmare, progettare: dalle piccole opere di riqualificazione urbanistica, ai grandi progetti di area vasta – si legge nella nota Pd – magari studiati e lavorati insieme al Comprensorio e, soprattutto, ai Comuni limitrofi della vallata del Fino e del Cerrano. Si possono così aprire scenari nuovi in campo agricolo e dei servizi, oltre che in quello del turismo culturale dove Atri potrebbe svolgere un ruolo primario e dirigente; in quello sanitario che già Atri svolge, ma che rischia di perdere per le insipienze del Governo Regionale dove non si ha voce. Mancano infatti, idee e programmi e persistono miserabili giochetti clientelari”.
“Atriani! Ma veramente pensate che lo scivolamento demografico al di sotto dei 10.000 abitanti, sia un fatto ineluttabile e che gli atriani residenti stiano bene così? ‘Pochi e buoni’ come qualche improbabile ‘Associazione’ ha teorizzato. Un bel modo di pensare. Nel frattempo il centro storico – prosegue la nota – bello e accogliente muore nel grigiore e nello spopolamento abitativo e commerciale; il cresciuto dintorno atriano stenta a divenire un polo o altro per la sua configurazione a macchia di leopardo sulle dorsali e lungo le strade adduttrici. E le frazioni? Alcune gravitano oramai su altri lidi, altre stentano a sopravvivere senza servizi e abbandonate al loro destino. Eppure trattasi di frazioni e contrade storiche e non semplici villaggi sorti così alla rinfusa negli anni del boom. Le frazioni vanno ‘riconquistate’ alla madre patria con un disegno amministrativo oculato che preveda servizi autonomi e decentrati, insieme ad un processo culturale di riavvicinamento. E il nostro Sindaco che fa? Qualche commentatore locale ha dipinto il Sindaco Ferretti affannato a trovare la sua identità politica, lui che verrebbe da una ‘tradizione socialista’. A noi, più prosaicamente, sembra impegnato in un piccolo cabotaggio pilatesco senza alcun riferimento e visione politica. Questa mancanza produce immobilismo e isolamento, mentre Atri avrebbe invece bisogno di idee e progetti”.
“E i risultati si vedono: le recentissime elezioni provinciali che hanno visto a Teramo la vittoria del centrodestra con qualche ‘aiutone’ dei cosiddetti civici, registrano la perdita del rappresentante di Atri. Così la destra atriana continua a trascinare la nostra Città nell’isolamento politico ed amministrativo – incalza il Pd – come più volte da noi denunciato. Ora il Re è nudo. Quale dimostrazione più eloquente si vuole? Trastulliamoci intanto con stucchevoli comunicati e confuse programmazioni di qualche scalpitante Assessore”.
“Noi saremo impegnati a denunciare con fermezza e a proporre, senza velleità, non facendoci prendere dalle piccole beghe di paese. Saremo pronti a modo nostro, liberi ed entusiasti. Noi parliamo alla maggioranza che speriamo divenga democraticamente minoranza, ma soprattutto alle forze che oggi si oppongono a questo governo cittadino che più a destra non si può, in cui coesistono anche delle figure che non sappiamo come facciano a convivere”, conclude i Circolo Pd di Atri.