TERAMO – “Quanto fatto nella Marsica negli ultimi anni sul fronte delle energie rinnovabili sia da esempio per il resto dell’Abruzzo”. La professoressa Emanuela Pistoia, candidata alla Camera dei deputati per la lista Calenda nel collegio Teramo-L’Aquila, parte dall’esempio della Marsica per spiegare come le rinnovabili, oggi più che mai e alla luce della crisi internazionale, vadano incentivate su tutto il territorio abruzzese. Senza indugi. “Le energie rinnovabili sono le energie pulite grazie alle quali possiamo diminuire radicalmente le emissioni di anidride carbonica e così contribuire ad arrestare il cambiamento climatico – spiega la professoressa Pistoia –. Fin dal Pacchetto Clima-Energia del 2009 l’Unione europea ha puntato sulle energie rinnovabili per raggiungere l’obiettivo di riduzione dei gas ad effetto serra. Dall’aggressione avviata dalla Russia contro l’Ucraina, incrementare la produzione di energie rinnovabili ha assunto anche un ruolo cruciale per la sicurezza energetica, perché queste fonti sono di produzione interna: in altre parole, ci alleviano dalla dipendenza energetica dalla stessa Russia, anzitutto, ma anche da altri Stati terzi che oggi sono amici ma domani chissà. I tempi che viviamo dimostrano in modo drammatico che dipendere da altri sull’energia significa mettere nelle loro mani il nostro destino. E allora, in questo settore più che in altri, non possiamo permetterci di procedere con il freno a mano tirato. Dobbiamo eliminare immediatamente tutti i condizionamenti amministrativi, tutte le cautele organizzative, tutti i limiti legislativi, che rallentano la costruzione di nuovi impianti e il potenziamento di quelli esistenti, soprattutto quando le soluzioni tecnologiche esistono”.
È qui che l’attualità dell’Abruzzo si salda con quella nazionale: “Nella Marsica – prosegue la professoressa Pistoia – gli impianti eolici e fotovoltaici sono una realtà. Aumentare radicalmente la capacità produttiva dei primi, fin quasi a raddoppiarla, è tecnologicamente facilissimo: occorre muovere il limite legislativo sulla quantità di produzione che è stato stabilito per proteggere gli investimenti sugli impianti relativi alle energie fossili…limite economicamente comprensibile, ma non è più il momento. Aumentare la superficie dedicata agli impianti fotovoltaici è fattibilissimo, ma servono rapidità ed efficienza nel costruire le centraline elettriche senza le quali l’aumentata potenza resterebbe inutilizzabile: è imperativo, per le grandi società che ne sono responsabili, mobilitarsi. Tutti gli indugi diventano scuse. Di fronte alla scarsità del gas, che ne ha fatto lievitare i prezzi fino a strozzare famiglie e imprese, sono scuse inaccettabili”.