TERAMO – “Forse soltanto io ed i miei contestatori conosciamo il perché dell’ostracismo che subisco ancora“.
A parlare, confidandosi parzialmente, è Luciano Campitelli, che asserisce di conoscere il perché: sono fatti e situazioni che appartengono a loro, quindi non a tutti, e che sono riconducibili al post Savona, una ferita per nessuno rimarginatasi, ad iniziare dall’ex presidente, e con la quale anche la storia futura del Teramo Calcio dovrà continuare a convivere.
A noi non interessa conoscerne i contenuti, ma ribadire con forza che l’ex presidente del Teramo Calcio (senza ricordare quel che riuscì a fare dal niente del 2008 all’estate del 2019 – ndr -) ami questa città molto più di moltissimi teramani e che s’è sentito in dovere di tornare ad esserle vicino, sponsorizzando il Città di Teramo.
“Se possono bastare le mie scuse pubbliche le formulo con sincerità, per non aver compreso il loro essere tifosi che è diverso dalla massa. Forse dalla mia parte resta l’attenuante di uno status psicologico che, all’epoca, non era certamente di aiuto… Vorrei riconquistare anche la loro fiducia, senza voler enfatizzare il mio essere persona perbene“.
Non lo dice Campitelli, ma è chiaro che essere vicino al “suo” Teramo è un’ambizione non celata per riassaporare il gusto di rivedere in santa pace una partita di calcio, in casa come in trasferta, o anche semplicemente un allenamento.
Oggi sta tendendo la mano, con i fatti, proprio a quella parte della tifoseria che non lo gradisce. Sarà sufficiente?
Ce lo auguriamo, per il bene del nostro calcio.