TERAMO – Gentile Signor Sindaco Gianguido D’Alberto,
sulle vicende del calcio teramano di questi ultimi anni, non riteniamo di poter scrivere che Lei se ne sia disinteressato; fu lei, infatti
- a “benedire” il passaggio di proprietà da Luciano Campitelli a Franco Iachini,
- ad “accompagnare” il cambio di gestione dello Stadio Bonolis dalla Cantagalli Appalti che la deteneva dal 2008,
- a ricevere (come un Sindaco dovrebbe sempre fare – ndr -) l’allora proprietà Ciaccia;
- a correre in soccorso di quella società sensibilizzando la teramanità di diverse aziende locali per un’iscrizione che poi non arrivò. Fu sempre Lei, Signor Sindaco
- dopo aver parlato con una sola parte della tifoseria teramana, a dire di no a Salvatore Di Giovanni, attuale presidente de L’Aquila Calcio, che avrebbe consegnato gratuitamente la Serie D alla sua ed alla nostra città e a
- “benedire” la creazione della SSD Città di Teramo così come, da riconfermato Primo Cittadino, ha dato il là all’attuale evoluzione strutturale del club.
Senza voler entrare nel merito di situazioni che, almeno “moralmente la impegnano” (stiamo pensando agli atti avviati in questi giorni nei riguardi del Teramo Calcio Srl per il recupero di 60.000,00 euro “buttati” al vento da parte di quattro aziende teramane e di una pinetese, tutte scontente – ndr-), ce n’è un’altra della quale dover tener conto, sperando che riesca a risolverla davvero.
Nel calcio teramano si sta andando verso un’antipatica guerra fratricida, dannosa sia per la nuova società sia per l’immagine della sua ed della nostra città: ci riferiamo all’uso del Gaetano Bonolis.
Deve evitarla Lei, ancor di più da Sindaco riconfermato a furor di popolo.
Magari cominci parlando alla città sul come o cosa farà, visto che interloquire direttamente con Lei è divenuta cosa impossibile per molti (ci chiediamo se per tutti – ndr-).
C’entrano poco o nulla la/e struttura/e di comunicazione da allestire sulla/e quale/i starà pure riflettendo.