PESCARA – Una cittadina pescarese di 63 anni, già pluripregiudicata per spaccio di sostanze stupefacenti, all’atto della presentazione della domanda per il reddito di cittadinanza, pur avendo un figlio agli arresti domiciliari per oltraggio a pubblico ufficiale, ha fornito false attestazioni certificando di avere a carico una famiglia di incensurati, dichiarazione risultante falsa che ha permesso di incassare oltre 1.100 euro al mese per un anno e mezzo, con una truffa allo Stato che si aggira attorno ai 20 mila euro.

I militari della Guardia di Finanza di Pescara, nell’ambito delle sinergie con l’INPS, hanno accertato l’indebita percezione del sostegno economico ai danni delle casse della spesa pubblica nazionale e hanno denunciato la donna, ora indagata per aver prodotto documentazione non veritiera finalizzata a intascare il contributo non spettante per mancanza dei requisiti previsti dalla legge. Richiesta altresì la revoca del beneficio e il sequestro preventivo delle somme ottenute illecitamente.