Il programma delle cerimonie organizzate dal  “Premio Paolo Borsellino” – in collaborazione con l’Associazione nazionale Magistrati – Abruzzo e la Polizia di Stato – in occasione del XXX anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio,  prevede oggi la presenza della “Quarto Savona 15” in piazza della Repubblica a Roseto degli Abruzzi con una cerimonia  che dalle 10,30 alle 18,00 renderà omaggio all’auto di scorta di Giovanni Falcone distrutta dall’esplosione di Capaci, dentro la quale furono trucidati  tre agenti Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.

Ma la giornata sul tema  “Le idee restano…” inizierà già alle 9,00 per Tina Montinaro, la Presidente della associazione “Quarto Savona” e moglie del caposcorta Antonio Montinaro trucidato a Capaci dentro quell’auto, che incontrerà gli studenti dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Pineto diretto dalla professoressa Sabrina Del Gaone, scelta dal Premio Borsellino per portare il saluto del corpo docenti della regione Abruzzo domani nella sede del Consiglio Regionale de L’Aquila nell’eccelso contesto istituzionale abruzzese e con “parterre de roi” che va dal cardinale Petrocchi al sottosegretario Franco Gabrielli, dalla Presidente della corte d’appello Fabrizia Francabandera al Presidente del Premio Prefetto Luigi Savina, dal Presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri al Procuratore Generale Alessandro Mancini, dalla Presidente della ANM Roberta D’Avolio al Procuratore della direzione antimafia Michele Renzo .  Con servizio in diretta su RaiUno.

Come abbriano capito in questi giorni la “Quarto savona 15”, è la memoria. E’ la speranza. E’ la memoria, è ricordo e anche speranza.  E’ un percorso di culturale realizzato da anni all’interno delle scuole e  dedicato soprattutto ai ragazzi che quel giorno non erano ancora nati. A distanza di 30 anni dal tragico evento ancora oggi la vettura percorre chilometri per testimoniare la forza della legalità, nonostante sia stata colpita in pieno dalla deflagrazione di 600 chili di tritolo.

Quell’auto è il simbolo di uno degli eventi più terribili della storia d’Italia. La Quarto Savona Quindici rappresenta un monito perenne per non dimenticare la strage di Capaci e tutte le vittime innocenti delle mafie.  Uno dei simboli della memoria della strage e di lotta alla mafia: lo sfrontato manifesto di morte e terrore della mafia.  Perché quel viaggio – in tutti questi anni – non si è mai interrotto, toccando altre città d’Italia grazie all’impegno dei familiari e della Polizia di Stato.

La “Quarto Savona 15” torna in Abruzzo a distanza di 30 anni dal tragico evento di Capaci perché è ancora importante fare memoria dei caduti nella lotta alle mafie, per ricordare il loro sacrificio e la reazione di tutte le cittadine e tutti i cittadini che non si arresero alla violenza criminale. È questo l’obiettivo delle cerimonie. Perché  l’educazione alla cittadinanza e alla legalità è un percorso da portare avanti ogni giorno dell’anno, e commemorazioni come quella del 23 maggio,  hanno il valore di riunire  tutto il paese civile per onorare donne e uomini che hanno perso la vita in difesa della democrazia. Hanno il senso di farci riscoprire e ritrovare come comunità solidale e coesa per alzare il capo contro la violenza e ribellarsi. Manifestando attraverso una coscienza civile che rifiuta l’odio, la mafia, la criminalità in una giornata dedicata alla memoria di tutte le vittime delle mafie: donne e uomini delle istituzioni, sindacalisti, politici, giornalisti, semplici cittadini che hanno sacrificato la vita per costruire un Paese libero dalla criminalità organizzata facendo appello alla creatività delle studentesse e degli studenti perché facciano memoria