TERAMO – Per tanti, per me di sicuro, è stato IL Presidente.
Sono passati esattamente 8 anni dalla sua morte: ne aveva 42 appena, Romy: avrebbe avuto il diritto di vivere ancora tanto, ma soffriva, tra alti e bassi, da quand’era poco più che un ragazzino.
Con il passare del tempo il suo ricordo è sempre più forte e passionale, in me: sono intatti quei tempi di piena euforia che creò in città, le sue effervescenze calcistiche e non, le sue “follie” non sempre condivisibili ma che ne fecero un personaggio indimenticabile, al quale, alla fine, si perdonava tutto, perché era giusto che così fosse.
Potrei raccontare cose fantastiche di Romy, di quanto tenesse al Teramo Calcio e di tutto quel che provò a fare fino alla fine per lasciarlo in Serie C, senza riuscirci e non per sue volontà o colpe.
Ci lasciò lui, invece, non superando l’ennesima crisi dopo gli interventi di trapianto ai quali il suo fisico non resse più.
Sotto la sua gestione brillano ancora la promozione in C1 nella stagione 2001-2002 ed i play-off per la serie B dell’anno seguente. Quello che, nel tempo, divenne un rapporto di odio-amore con la città, non solo calcistica, non ne scalfirà mai la figura di Presidente d’altri tempi, nè la sua storia, vissuta con passionalità, sempre.