PESCARA – Abbiamo letto non senza curiosita? un tentativo di attacco di Paolo Provino, presidente nazionale di una certa Lega Impresa alle proposte formulate dall’onorevole Luciano D’Alfonso in relazione al rilancio dell’aeroporto d’Abruzzo.
Appare curioso che a proposito di una infrastruttura in evidente difficolta? come il nostro aerodromo, un esponente della vita associativa locale scelga come tema di intervento un faticoso esercizio di limatura delle unghie di un parlamentare dell’opposizione, quando con ogni evidenza il tema e? cosa fa chi governa a Roma e a L’Aquila e come esercita le leve del potere in relazione al futuro dell’aeroporto.
In genere l’attenzione viene rivolta a chi sta nella camera dei bottoni, e non a chi fuori da quella stanza mira a porre rimedi agli errori o alle carenze di chi governa. Questo a meno che uno non miri a fare politica in modo dissimulato, assumendo la postura di un insediamento civico.
Siamo certi che la presidenza nazionale di un ente come la Lega Impresa, pur ad alto tenore familiare nella composizione degli organi di vertice se non coincidenti anche con quelli operativi, come si evince dal sito, debba comportare un esercizio strenuo di vigilanza su tutto il complesso sistema infrastrutturale italiano, con i problemi resi sempre piu? urgenti della componenda connessione intermodale dei sistemi di trasporto.
Nel compulsare gli sterminati fascicoli che il bisogno di aggiornarsi su una materia tanto vasta pone, puo? capitare di perdere la trebisonda e di intervenire a caso sul tema dell’aeroporto di Pescara, chiamando in causa anche chi non governa ma richiama l’attenzione di chi male esercita la funzione di governo dell’Abruzzo e dei suoi enti strumentali.
E? ragionevole che si faccia il nome di D’Alfonso quando si parla di qualcosa che succede in Abruzzo. Ma buon senso vorrebbe che quando lo si critica si sappia almeno di cosa si stia parlando e si sia in grado di entrare nel merito delle questioni che restano gravi e urgenti.
In caso contrario si corre il rischio di fare una brutta figura e che ci si senta dire, come se si fosse ancorati a un cinico destino “Grazie, le faremo sapere”.
Marco Presutti