ROMA – “Nel giorno della protesta degli agricoltori, partita dalla Germania, passata per la Francia ed arrivata in Italia ed in Abruzzo, il Governo Meloni ha risposto con l’aumento della tassazione Irpef per gli agricoltori di 250 milioni e con la cancellazione delle agevolazioni sul gasolio, con il ritardato pagamento dei fondi, anche di derivazione comunitaria, a favore del mondo agricolo.
Emerge, al 31.12.2023, che la spesa pubblica sostenuta, a partire dal 16 ottobre fino ad arrivare al termine dell’anno, è stata di 993 milioni di euro (552 milioni di quota di risorse europee). Lo scorso anno le erogazioni erano state di 1,6 miliardi di euro (849 milioni di fondi UE), con una differenza di oltre 600 milioni di euro, corrispondente al 38%. Cioè il 38% in meno nelle tasche degli agricoltori. Prima della Meloni c’erano più soldi di derivazione europea ma soprattutto arrivati nelle tasche degli agricoltori.
Inoltre è stato bloccato il dispositivo che consente di anticipare una parte dei pagamenti diretti, utilizzando risorse nazionali, con liquidazione degli importi a partire dal 31 luglio dell’anno di domanda. Questo strumento è stato istituito nel 2019 e già attuato per quattro anni, consentendo a decina di migliaia di agricoltori italiani di ricevere una boccata di ossigeno di liquidità,  insomma serviva per andare avanti in una stagione che è stata caratterizzata da siccità ed alluvioni, e quindi di aumento sconsiderato di costi a fronte del crollo della produzione.
Con la nuova Pac e l’introduzione degli eco-schemi in particolare per il settore della zootecnia sono state bloccate, per alcune tipologie di finanziamento, le anticipazioni ed in alcuni casi i pagamenti perché il Governo italiano con l’Europa, non ancora riesce a chiarire la possibilità o meno della cumulabilità delle contribuzioni, tra regionali ed europee, ed intanto gli agricoltori non prendono né quelle europee e né quelle regionali.
La cosa che sconvolge è l’inerzia della Regione Abruzzo. Marsilio è autorevole esponete di un partito che esprime la Presidente del Consiglio e il Ministro dell’agricoltura. Può darsi che non abbia niente da dire e soprattutto da fare? Ci dica Marislio quanto costa per un agricoltore partecipare ai bandi del PSR e quanto tempo passa dalla domanda al finanziamento?
Con il Ministro Lollobrigida l’Italia non conta più nulla in Europa e le politiche agricole vengono scritte da altri.
Sono europeista convinto e della piattaforma della protesta non condivido tutte le questioni che vengono sollevate, ma di sicuro nel tempo del cambiamento tra transizione ecologica ed enerigetica in Europa, in Italia ed in Abruzzo avanza una nuova “questione agraria” che attiene non solo alla produzione ed ala trasformazione, ma al mondo che vogliamo alla salute, all sanità alla qualità dei prodotti agroalimentari, alla remunerazione.
Se non fai funzionare la macchina poi si pensa che la colpa è della macchina (L’Europa) e non certo di chi dovrebbe saperla guidare (i Ministeri dell’agricoltura degli Stati membri)” – Camillo D’Alessandro, Presidente regionale di Italia Viva…  soprattutto viticoltore in cammino